Idee e approfondimenti – Mafia: se la conosci la combatti
*di Arturo Gnesi
L’incontro organizzato nella biblioteca comunale di Ferentino sul tema della presenza mafiosa in terra ciociara ha offerto validi spunti di riflessione e proposte operative concrete per un nuovo percorso politico capace di coinvolgere le diverse rappresentanze istituzionali.
Occorre anzitutto fugare ogni equivoco iniziale sulla percezione del fenomeno mafioso che alcuni tendono a negare e altri a dubitare sull’effettiva pericolosità, ma la mafia esiste da anni, la mafia c’è.
Occorre rileggere quasi mezzo secolo della storia della nostra provincia per capire come i più potenti boss della camorra campana, della ‘ndrangheta calabrese e della mafia siciliana abbiano utilizzato il nostro territorio per intrecciare rapporti con il mondo criminale della capitale e per sfuggire alle forze dell’ordine.
Latitanza e confino nelle vicine terre pontine mentre nel casertani si organizzavano colossali traffici illeciti dei rifiuti che in parte sostituivano le attività tradizionali legate al mercato della droga, alli sfruttamento della prostituzione, all’ usura e all’estorsione.
Una mafia che è cresciuta con il silenzio dello Stato, che è diventata abile nel controllo dei mercati finanziari, padrona nella gestione degli appalti pubblici e all’ avanguardia nella capacità di intercettare e beneficiare dei fondi europei.
In provincia di Frosinone pochi processi ma tanti sequestri di beni immobili legati ai boss, poche condanne ma risoluti tentativi di aprire una banca che doveva fungere da lavatrice per i soldi della mafia e delle organizzazioni criminali associate.
Legami consolidati tra mafia e massoneria, e la mafia che spadroneggia nelle grandi opere pubbliche quali la costruzione della terza corsia dell’ autostrada e la linea dell’ alta velocità Roma Napoli.
La mafia da sempre negata comincia a fare capolino nelle dichiarazioni dei magistrati, del prefetto e del questore, ma rimane una nebulosa indistinta per il mondo politico.
La lotta alla mafia non porta voti, ma è dimostrato che la stessa mafia non produce ricchezza, anzi è la,maledizione di un territorio e dove prospera spesso cresce la rassegnazione civile e la miseria
economica oltre che un degrado politico e un declino sociale.
Difficile investire e attirare imprese sane in una terra che è dominata da un numero smisurato di clan, e che le statistiche nazionali pongono sotto il predominio della ‘quinta mafia ‘ un moderno cocktail scaturito da un patto di non belligeranza tra le diverse mafie che si dividono territorio e attività.
A Cassino è nata una discussione attorno al lento processo di assimilazione allo stile della provincia di Caserta e anziché puntare ad analisi serie e capaci di coinvolgere tutte le forze sociali della città,compresa l’università, la Chiesa, la stampa e le associazioni, si prende tutto alla berlina invocando il presidio militare delle strade.
La mafia cammina accanto a noi ed è difficile riconoscerla, di certo non indossa coppola e lupara, ma sta nei,palazzi della politica del mondo imprenditoriale e della finanza e per essere smascherata ha bisogno di una partecipazione attiva della classe media che sinora non c’è stata.
Abbiamo proposto a Ferentino un organismo provinciale capace di far conoscere i problemi legati alla presenza della mafia sul nostro territorio e su come ruba il futuro alle giovani generazioni.
Occorre superare la paralisi culturale determinata da una profonda e prolungata ignoranza che limita il pensiero di molti e impedisce alla società civile di manifestare il suo dissenso e la sua rabbia e al mondo politico e sindacale di liberarsi dai condizionamenti, non sempre occulti che sono alla base del voto di scambio e della palude delle collusioni e delle clientele.
Non bisogna avere paura di denunciare, di smascherare le ipocrisie e le commistioni di un potere che spesso è vittima di una sottomissione occulta a comitati d’affari dove insospettabili professionisti rappresentano l’unione tra antichi rituali di affiliazione e fedeltà alle famiglie criminali con le moderne tecniche di gestione e rendicontazione delle risorse pubbliche.
Un organismo provinciale è necessario per capire dove si annidano le connivenze tra pezzi dello Stato e poteri mafiosi e quali sono gli affari e i prestanome che facilitano gli investimenti di capitali provenienti dalle attività illegali.
Nella riunione svolta a Ferentino abbiamo cercato di dare uba fisionomia ad un fenomeno che si è espanso e rafforzato perché abituato a crescere nel silenzio e sostenuto dalla cultura del disimpegno e dello scetticismo che è sempre prevalsa ogni qualvolta è stato affrontato il problema della presenza della mafia sul nostro territorio.
Sono cambiati i tempi?
si potrà fare qualcosa in più rispetto agli anni passati? Queste sono belle domande alle quali dovremo dare risposte concrete.
*sindaco di Pastena