Regione Lazio – Il Cammino di Canneto sarà riconosciuto ufficialmente dalla legge
Il Cammino di Canneto sarà riconosciuto ufficialmente dalla legge appena approvata pochi giorni fa in Consiglio regionale.
A confermarlo è Daniela Bianchi, Consigliera Regionale indipendere del gruppo SI-SEL e co-firmataria della legge sui cammini appena approvata dal Consiglio Regionale del Lazio nella seduta dell’8 febbraio scorso.
Dopo la tanta confusione generata in questi giorni intorno all’argomento è necessario fare chiarezza sui contenuti della legge di cui sono co-firmataria insieme al Consigliere Patanè. Voglio in particolare rassicurare il Vescono Gerardo Antonazzo e il sindaco di Settefrati Riccardo Frattaroli sulla bontà del testo e sul fatto che il pellegrinaggio di Canneto non è stato dimenticato.
E’ vero infatti che l’emendamento sul riconoscimento diretto di Canneto, presentato e sottoscritto anche dai Consiglieri Fardelli e Abruzzese, è stato bocciato, ma è altrettanto vero che ho presentato un altro emendamento di modifica alla legge, che è stato approvato e che permetterà comunque il riconoscimento del cammino.
L’emendamento in questione riguarda l’articolo 2 e ha consentito di inserire nella legge tutti quei pellegrinaggi religiosi nel cui tracciato è presente una Basilica. La modifica presentata è stata pensata anche per il Santuario di Canneto che dal 2015 è diventata una Basilica pontificia minore. Tradotto, Canneto farà parte della Rete dei Cammini del Lazio identificata dal Coordinamento.
Come detto anche durante il dibattito in aula, non si tratta di una marchetta territoriale, ma del giusto riconoscimento a un cammino risalente al 1435 e che ancora oggi coinvolge oltre 50 mila persone provenienti da tutta Europa, interessando 69 Comuni del Lazio, 13 dell’Abruzzo, 20 del Molise e 5 della Campania. Quindi sia i pellegrini che la comunità locale possono stare tranquilli. Canneto non è stato dimenticato dalla Regione Lazio.
La grande attenzione suscitata dal caso di Canneto resta comunque un dato positivo. Significa che con la legge abbiamo centrato l’obiettivo di riconoscere un mondo che esiste, fatto da tanti cittadini, associazione ed enti e che è in costante crescita. Un movimento che senz’altro può contribuire a rafforzare la nostra identità e a far crescere l’economica delle aree interne. Personalmente non può che farmi piacere che questa convinzione sia diventata un patrimonio comune del nostro territorio.