Frosinone – Il Pd, la dose di camomilla e lo spirito zen. Simone Costanzo traccia la rotta
di Simone Costanzo *
Grazia a tutti per essere presenti a questa riunione di questa direzione provinciale, alla quale abbiamo invitato anche i responsabili dei circoli, tutti i dirigenti e gli amministratori, per analizzare e discutere sul voto amministrativo nazionale, regionale e locale nei 9 comuni ciociari che hanno rinnovato i Consigli in questa tornata di giugno, fra cui Frosinone, unico sopra i 15.000 abitanti, nostro capoluogo di Provincia.
Il dato nazionale vede un’affluenza alle urne che tende progressivamente nel corso degli anni a diminuire considerevolmente ed è un dato che deve farci riflettere molto ( 60% amministrative 2017 rispetto al 68% delle amministrative 2012 ); quasi un elettore su due non esercita il diritto di voto, sicuramente per protesta, per sfiducia ma anche perché non trova un’offerta politico/programmatica di suo gradimento.
Sostanzialmente il vero sconfitto di questa tornata elettorale, al netto del particolare, non trascurabile che si tratta di elezioni amministrative, molto legate a situazioni territoriali, è il movimento 5 stelle, che si ferma a percentuali di consenso molto basse e non riesce ad accendere in nessun ballottaggio nelle città principali e in pochi nelle altre.
E’ da notare che nella tornata amministrativa dell’anno precedente invece era stato l’assoluto mattatore conquistando diversi comuni importanti fra cui Roma e Torino; nel secondo turno furono quasi imbattibili vincendo 19 ballottaggi su 20. Da una prima analisi emerge che siamo tornati a un bipolarismo classico centro-sinistra avverso al centro-destra ritornato competitivo, se unito. Malgrado ciò i 5 stelle con tutte le contraddizioni, le cattive gestioni dove amministrano, vedi Roma e Torino in primis e l’assoluta inaffidabilità, vedi la mancata convergenza, nonostante l’intesa sulla legge elettorale restano un avversario temibile per il loro messaggio populistico e demagogico. Le liste ed i candidati del PD sostanzialmente tengono ma non brillano, centrando anche buoni risultati accanto a risultati deludenti in maniera opposta rispetto al referendum costituzionale sul territorio nazionale, meglio al Sud e peggio al Nord. Il voto amministrativo è legato a condizioni specifiche locali, come dicevo, però ulteriori considerazioni possono essere comuni come l’affaticamento di chi governa a ogni livello, o l’avanzamento di uno spirito antisistema e populista che persiste nel paese, in un momento storico molto difficile, per via, sia della congiuntura economica negativa che, malgrado, i primi segnali positivi ( cito i dati Istat che attestano che con i bonus e con l’innalzamento delle pensioni minime si registra negli ultimi anni una più equa distribuzione delle risorse ), stenta a ripartire a pieno regime, sia per un quadro internazionale difficile con un’Europa che fatica nell’affrontare con lo spirito giusto le tante criticità presenti ( vedi l’immigrazione in costante aumento ) e con un terrorismo mondiale che non ci sta consentendo più una vita serena e tranquilla. Quindi il quadro entro cui ci muoviamo non è facile, ma ho la sensazione che, malgrado il particolare di un congresso nazionale appena terminato, non siamo riusciti a chiarire bene alcuni punti molto importanti, tanto da restare frenati molto nella nostra azione politica. Mi riferisco all’identità del partito ( come decliniamo ad esempio il rapporto eletti-partito ), alle alleanze ( come decliniamo la nostra vocazione maggioritaria con una provabile legge elettorale proporzionale e con le amministrative dove c’è bisogno di alleanze ) , alla complessità delle realtà locali, ai programmi, alla fatica del governo, alla selezione migliore della classe dirigente ecc..
Si può dire che vince e convince l’innovazione politica di uomini e programmi, spesso associata all’alternanza di governo e alla discontinuità e/o al “civismo” percepito come alternativo ai partiti, che in questo momento storico, spesso vengono avvertiti dagli elettori in termini negativi.
Un altro fattore da considerare è la continua discussione tutta interna al nostro partito, spesso solo tattica, non sanata completamente ne dall’uscita di una parte di classe dirigente ne dal congresso nazionale , che indubbiamente non aiutano ne l’azione del governo ne le campagne elettorali e creano anche confusione sui territori, che già di per se hanno divisioni e localismi esasperati. Un altro tema di discussione nazionale e anche locale è quello sullo strumento delle primarie, che noi abbiamo nel nostro statuto nazionale per selezionare i candidati per il ruolo di Sindaci, e che abbiamo utilizzato in questi anni, e anche noi, in direzione provinciale, abbiamo istituito con un apposito regolamento all’unanimità. Uno strumento che può essere migliorato con alcune modifiche, come ad esempio l’istituzione dell’Albo degli elettori, chiuso tempo prima della consultazione per evitare i cosiddetti “ inquinamenti “, ma che va accompagnato da un intensa attività politica e programmatica, valutando, localmente e in sede provinciale, caso per caso, a seconda delle peculiarità locali l’impiego. Io credo che utilizzato correttamente possa avere una sua validità ed una sua efficacia ma di certo non possiamo pensare che sia la panacea di tutte le questioni che sono sul tappeto nelle singole realtà. Per concludere e per sintetizzare questa parte, penso che al netto dei localismi, tengono le coalizioni classiche, ridimensionando i 5 stelle e i successi maggiori si hanno quando si propone innovazione e civismo con candidature forti e riconosciute territorialmente.
Venendo alla nostra provincia, premesso gli auguri a tutti gli eletti, di buon lavoro, registro su un totale di 8 comuni che andavano al voto con meno di 15.000 abitanti, 1 sindaco eletto tesserato PD ( De Bellis a Castelnuovo Parano ), 3 sindaci eletti iscritti a Forza Italia ( Pofi, Piedimonte e Picinisco ), negli altri 4 parliamo di eletti molto civici ( Campoli Appennino, Cervaro, San Biagio Saracinisco e San Giovanni Incarico ) con amministrazioni molto disordinate politicamente, dove comunque abbiamo consiglieri eletti.
Mi sia consentito di ringraziare in particolare a Piedimonte, dove abbiamo perso per un’inerzia, Ettore Urbano per l’impegno profuso e tutti i democratici candidati nella lista civica ma a trazione PD e per Pofi il giovanissimo candidato Sindaco Angelo Mattoccia che insieme al nostro circolo ha riunito il centro sinistra e provato a scalzare un’amministrazione uscente in una rimonta ardua.
Il particolare che lega Piedimonte, Pofi e Frosinone è che nelle precedenti amministrative avevamo un quadro diviso delle nostre forze e abbiamo perso e ora, malgrado che siamo andati sostanzialmente compatti, non siamo riusciti a prevalere. Ergo le divisioni si pagano e si pagano a caro prezzo e spesso non basta neanche una tornata per riequilibrare le spaccature. Poi sono bene che ci sono mille variabili nelle amministrative, ma credo sia giusto far notare questo particolare, non di poco conto. Frosinone è la nota dolente: non ci giro intorno, qui abbiamo perso e abbiamo perso male con un risultato che doveva e poteva essere migliore della coalizione e della lista del PD.
Innanzitutto desidero ringraziare Fabrizio Cristofori, e tutti i candidati anche coloro che con pochi o zero voti, essendo per lo più non di Frosinone, ci hanno consentito di chiudere la lista.
I ringraziamenti, non sono per prassi, ma per convinzione, perché Fabrizio da professionista stimato si è messo in gioco con coraggio e passione già dalla candidatura alle primarie, in un percorso individuato dal circolo cittadino, dove poi è scaturita la sua corsa, con la costruzione della coalizione con le 5 liste di centro sinistra con cui abbiamo affrontato le elezioni, avverso a un’amministrazione uscente che ha fatto della ricerca del consenso a ogni costo una ragione di vita, anche con atti “disdicevoli”, per essere eleganti. La divisione delle forze del centro sinistra di 5 anni fa non si è mai sanata bene e questo è uno dei fattori principali che ha causato un enorme freno all’espansione delle nostre forze, dando il senso di poca coesione e con una litigiosità che non ci ha consentito di lavorare nei quartieri, sulle questioni programmatiche e sul nostro potenziale umano, sprigionando le giuste energie per ribaltare la situazione. La discussione politica che dobbiamo tutti affrontare serenamente, dopo la sconfitta di Frosinone e di altri centri, medi e grandi negli anni scorsi, è per capire come possiamo fare meglio nell’organizzazione dei circoli, nell’utilizzo della nostra filiera di governo per veicolare consenso, nella nostra proposta politico- programmatica ecc. senza cercare capri espiatori inutili, ma sapendo che le eventuali colpe sono di tutti, che non significa di nessuno, ma dell’insieme del Partito. Il circolo di Frosinone ha tracciato, in maniera unanime un percorso di discussione e di rilancio dopo le elezioni e credo che assieme ai neo consiglieri comunali si possa ripartire valorizzando le tante, malgrado il risultato, energie positive che si sono mobilitate in questa campagna elettorale per chiarire ai cittadini la nostra visione di città rispetto a un Sindaco che non vede l’ora di lanciarsi nell’agone regionale o nazionale e a una coalizione di centro destra litigiosa e in cerca solo e soltanto di prebende, vedi la vicenda della Giunta a rotazione che non consente un lavoro efficace a nessuno.
Ci tengo a precisare che ho affrontato le elezioni amministrative condividendo tutti i percorsi e cercando la massima inclusione politica di tutti nelle scelte e nelle strategie, rispettando sempre l’autonomia dei circoli locali e dei candidati, come è giusto che sia e cercando di salvaguardare un “buon clima provinciale” rispetto alle fisiologiche tensioni che ci sono sempre nelle competizioni.
Credo che all’interno del partito, dobbiamo porci l’obbiettivo, pur nelle differenze presenti, tutte legittimi, di fare un percorso comune ma non possiamo pensare di costruirlo sugli organigrammi, che comunque hanno una loro valenza indubbia, ma deve poggiare sulla linea politica, che deve essere rinnovata e innovativa nelle strategie e nelle idee con il PD come motore propulsivo e inclusivo; sui programmi, come stiamo facendo, producendo iniziative politiche importanti e documenti tematici con il contributo di tutto senza cadere nei localismi dove spesso ci sono livelli di litigiosità insostenibili.
Ci tengo a sottolineare il lavoro fatto in questi 16 mesi dal congresso del 19 marzo 2016 a oggi, da me e dalla mia segreteria, sempre a disposizione di tutti gli iscritti e da tanti altri dirigenti e rappresentanti istituzionali: assemblee territoriali degli iscritti e degli amministratori dal nord al sud della provincia, come momento di ascolto; iniziative politiche sulla Legge sul dopo di Noi a Sora, sui fondi strutturali europei a Ceprano, sulla ricerca e sull’innovazione a Frosinone. Abbiamo svolto 5 lezioni della scuola di formazione democratica Classe Dem ad Aquino sul caso Moro, a Veroli sull’anniversario del voto alle donne, ad Anagni sulla forma partito, ad Arpino sulla riforma costituzionale e a Ferentino sul referendum; abbiamo lanciato l’Osservatorio sulla Legalità e sulla trasparenza amministrativa, perché c’è bisogno sempre di tenere alta la guardia e di inserire come prioritario il tema dell’etica e della legalità nella nostra azione politica quotidiana e nella scelta della classe dirigente; abbiamo istituito un tavolo sulle criticità sulle strade della nostra provincia; abbiamo fatto diverse iniziative elettorale e politiche con il ministro Franceschini, con il Vice Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ( ricordo a Ceccano sulla Brexit ), con il Presidente del Partito Matteo Orfini e con Il Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti; abbiamo avviati 5 forum tematici aperti a tutti per arrivare a manifesti d’idee ( dal tavolo scuola ad esempio sono usciti emendamenti poi discussi in direzione ed emendati in parlamento così come dal tavolo sulla forma partito sono uscite idee interessanti ); abbiamo raccolto quasi 4000 firme per il referendum, a cui dobbiamo sommare altre transitate tramite associazioni a noi vicine, promuovendo banchetti informativi sul referendum e sul lavoro del Governo ( Italia Coraggio ). A Isola del Liri abbiamo affrontato le novità della Legge di Bilancio, a Frosinone abbiamo parlato di ambiente con l’Assessore Mauro Buschini, con testimonianze importanti sul tema del riutilizzo. Nella campagna referendaria abbiamo organizzato decine e decine d’incontri nei comuni con 3 iniziative provinciali importanti e molto partecipate con Matteo Renzi, con Maria Elena Boschi e con Angelo Rughetti e i nostri amministratori.
Sul tema delle buone prassi democratiche ne abbiamo presentate due in direzione: il bilancio partecipato di Ceprano e Veroli e il riutilizzo sociale di un bene confiscato alla criminalità ad Amaseno .
Si è chiuso a febbraio il tesseramento 2016 all’unanimità dell’ufficio adesione, in aumento rispetto all’anno precedente e abbiamo svolto senza alcuna difficoltà tutta la fase congressuale nazionale dei mesi scorsi. Quindi tanto lavoro collettivo: tematico e organizzativo e grande attenzione sulle dinamiche dei circoli e degli amministratori, che hanno mille sfaccettature, come ben sapete e a tal proposito voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato su questo con non poche difficoltà. Desidero ulteriormente ricordare il rinnovo del Consiglio Provinciale, dove abbiamo presentato una lista unitaria con il nostro simbolo, eleggendo 6 consiglieri su 12 e producendo una nuova maggioranza, parametrata sull’alleanza di livello nazionale e regionale, escludendo Forza Italia dal governo dell’ente, relegandola all’opposizione, malgrado i “vaneggiamenti” dei suoi leaders su ipotetici sorpassi. Per quanto riguarda l’amministrazione provinciale do atto che ho sottoscritto assieme a oltre 50 colleghi segretari provinciali del PD d’Italia, un ordine del giorno in cui si chiedevano risorse adeguate per le funzioni e certezze normative visto che la Legge Delrio era legata al referendum costituzionale. Per quanto riguarda le risorse il Governo ha stanziato un primo steep di finanziamenti.
Bisogna continuare a svolgere un lavoro sulla visione di sviluppo della nostra provincia e sulle tante questioni che interessano i nostri concittadini stimolando gli eletti e i circoli in una sinergia virtuosa e penso in particolare alla sanità, al lavoro, all’ambiente, alla questione della gestione idrica, alla riforma degli enti locali, all’istruzione, alla programmazione europea ecc. ecc..
A tal proposito credo sia importante organizzare una Conferenza Programmatica subito dopo settembre e valutiamo la costituzione dell’Ufficio Politico provinciale, già votato all’unanimità, come sede di discussione politica e di condivisione fra tutti delle scelte strategiche: un organismo snello di dirigenti e eletti.
In una delle prossime Direzione Provinciale che faremo, dopo la direzione regionale del prossimo 13 luglio , proporrò e condividerò il Regolamento per il tesseramento 2017 con la nomina dell’Ufficio Adesioni Provinciali, rappresentativo di tutte le sensibilità presenti e fisseremo i congressi dei circoli locali, anche alla luce di una recente disposizione nazionale.
Pertanto, alla luce di tutto ciò, propongo un impianto sostanzialmente unitario e condiviso, ricordando a tutti, a me per primo, che anche qui in direzione si è sempre votato tutto all’unanimità, con Ufficio Politico se lo riterremo utile come strumento di discussione, con la direzione sempre decisiva con voto deliberativo, Conferenza Programmatica e una Segreteria espressione direttamente mia, ( Segreteria del Segretario ), di ispirazione unitaria e collaborativa sui temi e sulle iniziative da fare nei prossimi mesi che ci separano dalle elezioni regionali e politiche del 2018.
Dobbiamo affrontare insieme queste sfide, rilanciando l’azione politica circolo per circolo, iscritto per iscritto, tema per tema, con grande spirito di servizio. Altre soluzioni, come un congresso straordinario provinciale, finirebbero solo per sfibrare ulteriormente il tessuto dei nostri militanti, già abbondantemente “sazi” di conte e di divisioni. Faccio questa proposta con grande senso di responsabilità e autentico spirito di comunità, sapendo bene che questo spirito e il duro mestiere di dirigente di partito, non so fino a che punto, hanno un senso e un apprezzamento in questi tempi così disordinati e politicamente “cattivi”, in cui il rapporto fra eletti, iscritti, cittadini e partito è molto sfilacciato, per tanti motivi culturali, sociali e storici ma anche perché, fondamentalmente, ognuno tende a curare filiere personali, rispetto alla comunità democratica nell’insieme e faccio questa proposta anche, probabilmente, contro i miei interessi personali, al di là di tutto quello che si può dire o leggere e mi sia consentito, fra il serio e il faceto, la faccio “iniettandomi” massicce dosi di camomilla e con un anelito di “spirito zen” che sorprende anche me stesso, rispetto a tutto il quadro del nostro vissuto politico e della situazione che abbiamo di fronte a ogni livello.
* Segretario Provinciale PD Frosinone