Politica

AQUINO – Fausto Tomassi: “Maggioranza e Opposizione? La stessa cosa”

di Fausto Tomassi*

Gli uni contro gli altri armati: maggioranza ed una parte dell’opposizione consiliare ed extra consiliare che si rinfacciano responsabilità e mancata attuazione di interventi e progetti; salvo poi, però, assumere atteggiamenti perfettamente speculari, e dimostrare di aver commesso insieme gli errori rispetto ai quali, oggi, giocano a scaricabarile, e che, a loro dire, pesano ancora tanto sulle prospettive future della nostra Città.

Questo è il panorama politico aquinate. Coloro che hanno amministrato insieme la nostra comunità, dopo quasi un quarto di secolo, si sentono ancora i padroni della nostra Città ergendosi a difensori della cosa pubblica. Ma la realtà è un’altra. I “nostri amici” non solo hanno governato insieme per ben diciassette anni la nostra Città ed i risultati, per loro stessa ammissione, sono sotto gli occhi di tutti, ma, dopo il risultato dell’ultima campagna elettorale, tentano artatamente di espellere dalla scena politica ed amministrativa ogni forma di possibile dissenso istituzionale e non in grado di denunziare e rappresentare le gravi inefficienze e manchevolezze del passato che li hanno visti complici e responsabili insieme.

Ad Aquino il clima politico è da oltre 20 anni avvelenato da una litigiosità che nulla ha prodotto per il futuro dei cittadini.

Vi è un’opposizione ‘vintage’ praticamente ferma agli anni 90, agli obsoleti schemi e modelli politici, amministrativi ed in alcuni casi anche normativi oramai superati dalla storia contemporanea: basti guardare al tipo di opposizione sia consiliare che extra consiliare che ha posto in essere sino ad ora. Una compagine che rivendica una propria legittimazione politica perché ritiene di avere un “passato amministrativo”, che ha la presunzione di voler spiegare ai cittadini, atti alla mano, le “malefatte” dell’azione amministrativa di Mazzaroppi & Co ma che in verità, in questi ultimi quattro anni, ha collezionato solo una lunga serie di imbarazzanti, quanto clamorose, smentite. Una compagine che, per quello che rappresenta e per il maldestro tipo di opposizione che pone in essere, oggi è l’alleato principale di chi governa la città. Questa compagine non ha evidentemente ancora fatto tesoro di quanto accaduto in occasione dell’ultima tornata elettorale, quando è stata letteralmente bocciata e spazzata via una mentalità ed un modello politico amministrativo oramai obsoleti. Tornare al passato rappresenterebbe un vero e proprio fallimento: significherebbe individuare l’unica maniera certa per consegnare per la seconda volta la Città nelle mani di Mazzaroppi & Co. Occorre, invece, andare oltre il modello amministrativo clientelare ed evanescente incarnato dall’attuale maggioranza, occorre superare l’attuale compagine amministrativa mettendo in campo maggiori competenze ed un reale interesse per la risoluzione dei problemi dei cittadini e per il bene della Città.”

Vi è poi l’attuale maggioranza cittadina “radical chic” ed autoreferenziale. Una maggioranza uscente o, perlomeno quello che di essa resta, che crede di essersi politicamente ed amministrativamente emancipata, almeno a chiacchiere, dal proprio recente passato amministrativo trascorso in perfetta sintonia con gli avversari di oggi e che, almeno sino ad ora, ha prodotto solo slogan ed annunci; tant’è che ha praticamente trascorso il proprio mandato con lo sguardo rivolto all’indietro a fare la guerra ai fantasmi del passato, disattendendo in pieno l’ambizioso e faraonico programma elettorale sottoposto ai cittadini di Aquino nel corso dell’ultima campagna elettorale.

In verità, fatte queste dovute precisazioni, le due compagini sono più simili di quello che appaiono in quanto hanno lo stesso DNA politico ed amministrativo: entrambe cercano di costruire il proprio consenso elettorale sull’odio per gli avversari di turno e sulla mobilitazione contro un nemico comune. Nessuna delle due riesce ad anteporre ai propri personalismi il bene comune, l’interesse di tutti e quindi le “ragioni comuni” dei cittadini. Non è un caso, allora, che l’Aquino di oggi, relegata per loro stessa ammissione, quanto a crescita economica e sociale, agli ultimi posti della provincia, la dobbiamo anche ai 17 lunghissimi anni che il sindaco Mazzaroppi ha condiviso con chi lo ha preceduto.

*Avvocato, Candidato sindaco