Ong e Carola: c’è chi dice no!
di Luigi Sparagna
Slogan a parte, la vicenda è assai curiosa. Una nave di una ONG si presenta in porto, in Italia, per sbarcare naufraghi salvati da morte certa in mare. Nonostante un espresso divieto dell’autorità preposta alla sicurezza della Nazione, il Comandante del naviglio in questione ha portato a termine l’incarico ricevuto dai suoi committenti. Carola Rackete, insomma, è entrata di prepotenza nella storia del nostro Paese, ma dico di più nella storia internazionale, quale paladina dell’umanità. Il suo arresto non è stato convalidato dal giudice competente, un GIP che si è inerpicato in considerazioni più proprie del giudice del dibattimento. Ha articolato le motivazioni della mancata convalida a mò di sentenza del giudizio vero e proprio, che non spetta a Lei, chiamata invece solo ed esclusivamente a verificare se il magistrato che ha disposto l’arresto lo ha fatto in modo conforme ai parametri di legge rispetto alla situazione contingente. In questo mi rimetto al parere del noto giudice Di Pietro, quello di “mani pulite” per intenderci, che di arresti dovrebbe saperne qualcosa, e che tanto ha sostenuto in un dibattito televisivo della prima ora. Scorrendo le pagine dell’ordinanza di mancata convalida, anche un occhio meno esperto di quello di Di Pietro, osserva come la sentenza della Consulta invocata dal citato GIP per sostenere la mancanza del requisito di nave da guerra della Finanza, speronata per mero errore di manovra dalla Comandante, sostiene esattamente il contrario, e cioè che l’imbarcazione dei Finanzieri è a tutti gli effetti una nave Militare con tutti i requisiti connessi. I vari accordi internazionali assunti a scriminante per la Rackete, in primis la convenzione di Montego Bay, sono tutti citati nel preambolo di approvazione del Decreto sicurezza che ha dato facoltà al Ministro dell’interno di emettere il divieto che ha emesso, e guarda caso la firma congiunta con altri Ministri, avallata da quella di un certo Sergio Mattarella, che per inciso è il Presidente della Repubblica e che non firma i provvedimenti di legge per suo diletto, ma quale garante della conformità costituzionale dell’emanando testo normativo, nulla valgono per il GIP in questione, che ha definito il Decreto sicurezza incostituzionale per un verso e contrario agli accordi internazionali per un altro. Insomma ce n’è di che discutere ed infatti è ciò che avviene da quando la Carola ha attraccato a Lampedusa. Ci vogliamo aggiungere che alcuni Parlamentari, nel loro pieno diritto ispettivo sono saliti a bordo della nave prima che le manovre di ingresso in porto avessero inizio, e che invece di sbarcare per andare a riferire nelle opportune sedi (il Parlamento) ciò che avevano constatato, sono rimasti a bordo, graditi ospiti di Carola, che forse nel dare attenzione alle loro autorevoli presenze si è distratta e ha speronato l’imbarcazione dei Finanzieri. Che Carola abbia avuto committenti è sotto gli occhi di chiunque. Lo studio legale del foro di Bologna che la difende è organizzato e specializzato in questo genere di contenzioso; l’aereo denominato “COLIBRI”, pilotato da due francesi (da sentenza del GIP….. – che effettua monitoraggio in mare a distanza) è quello che ha segnalato la presenza in mare dei “salvandi”; dopo la Sea Watch, come se fossimo a Fiumicino con un serrato traffico aereo dove ogni vettore chiede pista, altre due navi/imbarcazioni sono giunte, in fila, nello stesso porto (una addirittura a vela che consuma poco carburante muovendosi con il vento e perciò può andare dove vuole per miglia e miglia). Il colpo di grazia è l’accavallarsi di proposte per conferire la cittadinanza onoraria a Carola Rackete. La Francia poi che c’entra….la nave è di bandiera Olandese, la capitana è Tedesca , il porto è Italiano. Sarà? Ha , già , dimenticavo…l’aereo Colibri è pilotato da due francesi. Deve essere per questo, altrimenti come la mettiamo con Ventimiglia. Insomma la vicenda più che questione di Diritto e Giustizia sembra con ogni ragionevole deduzione una questione meramente politica. Che dai politici c’è da aspettarsi di tutto , fino alla schizofrenia ideologica e deontologica non mi scandalizza, già da qualche anno a questa parte. Che una certa parte della magistratura, che pure questa ultimamente sembra aver perso il timone come la Rackete in porto a Lampedusa, entri nella querelle, non è che giova a fare chiarezza. Alla fine della vicenda, chi sta con Carola e chi invece no, argomenterà per affermare la vittoria nel braccio di ferro non con lo Stato, ma con Salvini. Sarà salva la Bandiera Nazionale di Italia, Francia, Olanda e Germania, e anche la jolly Roger della Sea Watch potrà sventolare indisturbata.