Tra Influencer e Follower, “al passo dei tempi”
di Luigi Sparagna
Siamo tutti “prigionieri”.
Che Internet sia oggi l’universo parallelo al mondo reale è pacifico! Il quotidiano si divide tra coloro che hanno una certa età, costretti perciò a vivere parte del loro tempo nel mondo reale, per poi scatenarsi a casa la sera o durante la cena a due al ristorante, da condividere sui social con gli amici tra una portata e l’altra, e i giovani adolescenti, abilissimi nell’evadere dal reale verso il virtuale, nel quale si esprimono in modo fenomenale. A detta di studiosi, ne risentirebbe la capacità di relazionarsi efficacemente se non attraverso lo schermo del telefonino. Come dare torto ai frequentatori della RETE quando i più alti Governanti, quello USA in testa, senza escludere i nostri che pure fanno la loro parte egregiamente, twittano (termine dell’ultima ora già presente sui dizionari della lingua italiana) strategiche dichiarazioni, mandando agli uffici di collocamento Ambasciatori, Addetti Stampa, Portavoce ecc.
Non basta. La RETE è una sorta di IA (intelligenza artificiale – autonoma) che si rigenera e rinnova continuamente. In questo universo parallelo che unisce reale e virtuale, entrano a far parte gli INFLUENCER, specie che a dispetto di DARWIN che la sconosceva e non l’aveva neppure prevista si è evoluta dalla razza dei navigatori virtuali e si è affermata con incisività tale che ognuno di essi vanta schiere di FOLLOWER che fanno arrossire il fiabesco Pifferaio Magico coi suoi ratti. E alla via così, per usare un gergo marinaresco che ben si addice alla navigazione anche se in internet, cavalcando l’onda degli ingaggi a cifre da capogiro, gli INFLUENCER mietono FOLLOWER che oramai non scelgono in proprio neppure un capo di biancheria intima. Non c’è scuola per diventare INFLUENCER, si debbono possedere doti personali molto speciali, che la più recente ricerca sembra stia iniziando ad individuare nelle cellule staminali o forse nel DNA. Tale ricerca muove i passi dal curriculum dei più noti INFLUENCER dai quali, per ora, emergono solo precedenti come modelle di medio spessore, ma dall’interessante “lato B” se donne, o come TRONISTI se uomini (chi non conosce cos’è un tronista vive nel medio evo ed è inutile che vada oltre a leggere questo commento). La scintilla, il BIG BANG da cui si genera un INFLUENCER è l’essere fidanzata/o di un personaggio famoso; un pilota, un cantante di grido (cioè non uno che canta ma uno che grida o meglio ancora se parla solo veloce su una ritmata base musicale tipo i rapper), un DJ. Il gioco è fatto!
Finita qui? Manco per idea. L’IA del mondo virtuale, dei social, ha prodotto, a tutto vantaggio degli INFLUENCER, gli “HATERS”, i “contrari”, quelli che twittano contro gli INFLUENCER che a loro volta li abbattono come i palloncini al tiro a segno delle giostre. I FOLLOWER……si accaniscono nel gioco a chi ha ragione e chi ha torto e aumentano, aumentano, aumentano…..e conseguentemente aumentano gli ingaggi degli INFLUENCER. Ma gli HATERS potrebbero essere una specie di spie delle merchandising che la fanno da pupari del virtuale? Chissà se anche loro non godono (in segreto ovviamente) di ingaggi interessanti e prodromici del passaggio dallo stato di crisalide a quello di farfalla della specie INFLUENCER.
Comunque vada, di fatto,.……siamo tutti prigionieri!
….comunque vada, di fatto…..siamo tutti prigionieri!