culturasecondo piano

Day After

di Luigi Sparagna 

Il giorno dopo Greta è un campionario di reazioni contraddittorie e di rinnegamenti.
Alla iniziale “OLA” di ogni parte, in favore della ennesima paladina dell’ambiente, che ha avuto il suo culmine nella manifestazione studentesca come mai prima organizzata, sono comparse le critiche (ci avrei giurato). Un coinvolgimento degli studenti sicuramente opportuno nell’ottica della loro crescita e formazione sociale e civile, seppure ammantata di ombre concernenti l’adescamento elettorale dei sedicenni che si vorrebbero far votare, a prescindere dalla capacità di intendere e volere penalmente considerata non sempre piena e certa, ha determinato la reazione di una parte degli adulti. Sui social, fake news a parte, i giovani studenti manifestanti, Greta compresa che nel suo discorso ha lamentato che si sarebbe dovuta trovare a scuola e non a fare ramanzine, sono stati additati quali corresponsabili dello sfacelo denunciato. Microcar e motorini per andare a zonzo, dispositivi elettronici alimentati a corrente, alimentazione prevalentemente orientata al consumo di cibi non sempre biologici come offerti dalle più trendy catene alimentari, ricacciano in gola agli studenti i loro slogans. Immaginiamo per un attimo se agli adolescenti si decidesse, in nome dell’ambiente, di togliere microcar, motorini, telefonini, tablet, apericena a base di prodotti della grande catena di distribuzione alimentare, aria condizionata in casa e in auto, e già che ci siamo anche i fazzolettini di carta per il naso a tutto vantaggio della foresta amazzonica già abbastanza penalizzata. Altro che manifestazioni di piazza, sarebbe la rivoluzione vera e propria. Questa la critica di chi non ha mire elettorali e quindi non ci sta a farsi fare tirate di orecchie. Di quegli adulti che invece blandiscono gli adolescenti e ne pregustano il possibile voto alle urne (quanto prima possibile), vogliamo dire qualcosa? Magari qualcosa che forse non è molto noto? Provate a navigare in Internet digitando semplicemente la parola SISTRI. Si scoprirà che l’acronimo sta per “sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti”. Il SISTRI, solo per pochissimo tempo applicato al settore dei rifiuti speciali e pericolosi, dal 1° gennaio 2019 è stato abolito perché giudicato non pienamente corrispondente al co

ntrollo per cui è nato. Navigate e cercate voi stessi di valutare di cosa si tratta. Provo a sintetizzare quello che ho potuto apprendere:
il SISTRI nasce come progetto che coinvolge tutte le parti che entrano in gioco nel ciclo di smaltimento dei rifiuti, quindi i produttori, i trasportatori, le strutture per lo smaltimento;
il circuito prevede l’iscrizione dei predetti, ognuno codificato, in una anagrafe centralizzata;
il produttore di rifiuti inizia la registrazione dello smaltimento specificando la natura del rifiuto, la quantità e il trasportatore a cui si rivolge oltre che la discarica di riferimento, utilizzando il proprio codice di accesso e quello del tras

portatore a cui affida i rifiuti;
il trasportatore, nel sistema elettronico, aggancia la richiesta del produttore assumendo così il trasporto e indicando il vettore usato, dotato peraltro di GPS per la tracciabilità del tragitto percorso (dal produttore alla discarica); la struttura di smaltimento, a sua volta, sempre nel sistema elettronico centralizzato da cui ha visione dell’inizio del ciclo, una volta ricevuto il carico dal trasportatore ne certifica l’acquisizione e il trattamento, a conclusione del ciclo di smaltimento.

Non si perde un ettogrammo. I soggetti produttori, trasportatori, e gli addetti allo smaltimento, si fanno carico dei costi per le apparecchiature (computer, trasponder ecc) Non si perde un etto. Pare che il periodo di applicazione nel settore dei rifiuti speciali e pericolosi abbia funzionato, a detta dei produttori. Di fatto, con l’art. 6 del Decreto Legge 14 dicembre 2018 n. 135, dal 1° gennaio 2019 il SISTRI (per problemi di affidabilità e gestione) è stato dichiarato non più operativo. Si è tornati a registri di carico e scarico in forma cartacea, che però non erano evidentemente affidabili altrimenti perché inventarsi il SISTRI?

A Roma la “monnezza” trabocca per ogni dove, e dei risultati della settimana per la bonifica concessa dalla Regione al Comune quale ultimatum non si è saputo più nulla. I traffici illeciti continuano e l’inquinamento pure. Ma di che parliamo? Ragazzi, tornate a scuola! E’ stato bello vivere un giorno da leoni, ma se non volete vivere centinaia di giorni da pecore come molti adulti che voi additate, a ragione, di incompetenza, andate a studiare sicchè, quando sarà il vostro turno potrete sopperire con coscienza allo sfacelo che oggi denunciate.