culturasecondo piano

È successo di nuovo

ANCORA UNA VOLTA

di Luigi Sparagna 

Questa volta è Trieste, in Questura, lo scenario dell’efferato omicidio di appartenenti alle forze dell’ordine. Due agenti impegnati in un controllo e la tragedia si ripete, il controllato impazzisce(?) e uccide i due agenti con una serie di colpi esplosi con le pistole d’ordinanza strappate dai cinturoni dei Poliziotti. Per mera fatalità non vi sono altre vittime. Sdegno per l’efferata aggressione e partecipazione al dolore che colpisce oggi la Polizia di Stato, e poi seguono le solite domande circa le procedure operative, l’idoneità delle dotazioni e dell’addestramento nell’ottica di garantire la sicurezza degli operatori. Le dotazioni vengono costantemente aggiornate ed adeguate. Ne sono un esempio la recente dotazione di spray al peperoncino e gli studi sull’uso della pistola a scariche elettriche, il TASER. Il problema è forse da ricercare nel rispetto delle procedure operative da parte degli operanti, che a volte sembra o addirittura emerge che non le hanno rispettate, ma ritengo non certo per superficialità o scarsa professionalità. E’ più verosimile che per una valutazione della contingente situazione operativa ritenuta non allarmante, si trascuri anzi direi meglio, si scelga di non adottarle. Sicuramente le procedure esistono, e altrettanto sicuramente attuarle sempre e comunque a prescindere da quello che può apparire uno scenario tranquillo, ordinario, non allarmante, mentre si traduce in maggiore sicurezza per gli appartenenti alle forze dell’ordine, potrebbero risultare inopportune, pesanti, e generare reazioni di inaspettata pericolosità. Chi assiste ad un intervento di Poliziotti e Carabinieri, condotto secondo le procedure, spesso non esita a stigmatizzarne la rudezza, il rigore, l’umiliazione somministrata al controllato da operatori dipinti come aguzzini. Perciò gli operatori, usando il buon senso loro raccomandato non di rado, adattano i loro comportamenti al caso reale che gli si prospetta, che non è mai sempre lo stesso. Non dimentichiamo che le forze dell’ordine, tra l’altro, sono state terrorizzate dall’usare le armi e modi decisi per effetto delle conseguenze processuali per coloro che in servizio vi fanno ricorso. La psicosi del poter fare fuoco solo su chi ti spara per primo, altrimenti vai in galera, è dura da superare. Se si usano le manette la dignità del fermato viene irrimediabilmente offesa, e si viene citati in giudizio dove è sempre più arduo dimostrare che non si poteva fare altrimenti. Ma se poi all’improvviso il fermato dà di matto, chi lo tiene? Non sono addestrati al combattimento corpo a corpo o sono poco robusti i poliziotti in genere? Qualcuno di quelli che criticano ha mai provato, ha idea della forza che è in grado di sprigionare un robusto giovane di 29 anni o uno smilzo strafatto di coca che ti sferra in pochi secondi 11 coltellate? Qualcuno degli opinionisti a casaccio forse ritiene che il rigoroso rispetto di una procedura operativa sia sinonimo di sicurezza? Automatismo da robot! Ma un Poliziotto o un Carabiniere spesso ha pochi secondi per decidere, in un contesto urbano che pullula di passanti, dove sparare un colpo può provocare danni non voluti ed eccessivi a discapito di chi non c’entra e i modi decisi valgono l’appellativo di fascisti a Poliziotti e Carabinieri che i distratti passanti giudicano con puntuale spirito critico. Ricordo male o durante una partita di calcio il capo ultrà di una fazione è sceso in campo a trattare con il responsabile dell’ordine pubblico il da farsi per ristabilire la quiete sugli spalti? Forse che alle forze dell’ordine mancavano procedure e forza per raggiungere lo scopo senza dover scendere a patti con un facinoroso? E’ stata una scelta, derogare dalle procedure in vista della possibilità di ristabilire l’ordine in modo non cruento. Allora, signori opinionisti a casaccio, facciamo una cosa, direi, esprimiamo il nostro cordoglio e lasciamo a chi compete di decidere nel merito della sicurezza sia degli operatori che dei cittadini. Esiste un “rischio del mestiere” fatto di incognite. Proviamo ad averne rispetto, e magari dedichiamoci a un esame profondo di cosa sta succedendo alle persone. Signori opinionisti a casaccio non è che forse le vostre critiche stanno delegittimando Poliziotti e Carabinieri agli occhi di soggetti non equilibrati tant’è che ogni giorno qualcuno aggredisce un Poliziotto o un Carabiniere? In Italia si affrontano gli imprevisti del mestiere vestiti come Robocop e ancora qualcuno parla di dotazioni e procedure?
Forze dell’ordine tutte…. attuatele ste procedure. Fate valere il vostro grado di preparazione, piangerà qualche controllato sospetto, meglio lui che i vostri famigliari.
Partecipo il mio sentito cordoglio a quanti affrontano ogni giorno un duro lavoro fatto di imprevisti affidandosi al Crocifisso che qualcuno ritiene superfluo nelle scuole, ma non immagina il potere antiproiettile e lo scudo infrangibile che rappresenta ogni giorno per molti.