Esperia – Ricorre oggi la Giornata della Memoria, il messaggio del sindaco ai cittadini
Questo 17 Maggio, è diverso da quelli che abbiamo vissuto insieme in questi anni.
Non saremo in piazza, ma sarà ugualmente una giornata dedicata alla memoria per ricordare quel 17 Maggio del 1944, data in cui la nostra comunità venne liberata dal nazifascismo. Il nostro paese per questo è stato insignito, dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, della Medaglia d’Oro al Merito Civile. La motivazione al riguardo recita così: «Piccolo Comune con pochissime migliaia di abitanti, occupato per la posizione strategicamente favorevole dall’esercito tedesco impegnato a difesa della linea “Gustav”, fu obiettivo di ripetuti e selvaggi bombardamenti che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. Con l’arrivo degli alleati il paese subì, poi, una serie impressionante di furti, omicidi e saccheggi e dovette registrare più di settecento atti di efferata violenza su donne, ragazze e bambini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e elette virtù civiche.»
E’ così, che Esperia liberata si presentava, come un teatro di sfollati, orfani e vittime di guerra. Polvere e macerie si accatastavano lungo le strade. Gravi problemi igienico-sanitari l’affliggevano, il diffondersi della malaria e la scarsità di generi alimentari minacciavano la sopravvivenza; moltissime famiglie vivevano distrutte dal dolore per la perdita dei familiari e degli affetti più cari.
E’ dal 2007 che celebriamo la Giornata della Memoria, (e dal 2008 con appropriata Delibera del Consiglio Comunale che la volle all’unanimità istituzionalizzare con una cerimonia importante, tale da vincolare le amministrazioni future a rispettarla), per non dimenticare, ma anche e soprattutto per ricordare tutte le vittime civili che pagarono a caro prezzo quella Liberazione, e inoltre per far conoscere quei tristi eventi alle giovani generazioni, per educarle a respingere la guerra, l’odio razziale, la differenza di genere ed a costruire un mondo di pace e di fratellanza tra i popoli.
L’esperienza della guerra e della Resistenza ha profondamente cambiato il nostro Paese, non solo dal punto di vista economico e sociale, ma politico e culturale. Probabilmente è dall’esperienza della Resistenza che è nato quello spirito e quell’idea di coesione cha ancora oggi ci caratterizza.
Quest’anno sarà anche un giorno di riflessione e condivisione sul periodo difficile che stiamo attraversando.
Il Covid-19 ha trascinato il Pianeta in una tragedia sociale e sanitaria, e l’Italia, con le sue regioni del nord, è uno dei Paesi più duramente colpiti dalla pandemia. Oltre al prezzo tremendo che stiamo pagando in termini di vite umane e salute pubblica, vi sono enormi implicazioni trasversali da affrontare, specialmente sul fronte economico e sociale e sulla limitazione delle libertà individuali dei cittadini.
Dalla seconda guerra mondiale a oggi, non abbiamo mai vissuto nulla di simile. E’ chiaro che non si tratta di una guerra nella sua classica definizione di lotta armata tra più fazioni, ma di una grande battaglia con un nemico subdolo e invisibile da sconfiggere al più presto.
Non si vedono bombe ma un solo esercito comune in campo: i medici e gli infermieri in trincea negli ospedali e gli scienziati nei laboratori alla ricerca di un vaccino.
In questi giorni di ostilità contro il coronavirus, la parola “guerra”. Non so se fosse la parola adeguata per descrivere il racconto quotidiano, ma l’immagine dei mezzi militari colmi di bare a Bergamo, le migliaia di vite spezzate, il dolore dei familiari e la sofferenza dei medici, la lunga lista delle persone contagiate e ricoverate in terapia intensiva, i funerali negati, rimarranno una ferita grande, impossibile da rimarginare.
E in questa occasione, Il mio primo pensiero va a chi, in questi lunghi giorni, ha perso i propri familiari, parenti e amici più cari.
L’indimenticabile solidarietà e la grande forza emersa “in tempo di guerra”, hanno creato gli anticorpi giusti per affrontare le emergenze future e le grandi difficoltà che stiamo vivendo anche in questi giorni difficili.
Come in tutte le crisi, anche in questa occasione – per quanto sia fondamentale e insostituibile il ruolo delle Istituzioni – a fare la differenza saranno lo spirito positivo e l’entusiasmo dei cittadini.
Anche in questo caso la “ricostruzione” passerà dall’impegno di ognuno di noi. Dobbiamo essere pronti a riprogrammare il futuro, in piena sicurezza, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole, negli spazi culturali e sociali, nelle palestre, nei territori, nei luoghi della città che da sempre ci appartengono.
La nascita della Repubblica democratica ha concretizzato il principio di uguaglianza, di pari diritti e opportunità, la libertà di pensiero e opinione per tutti, ed è stato il modo più bello e grandioso di mettere la parola ‘fine’ alle atrocità imposte dal regime e dalla guerra.
Ripartiamo da qui, dal dono di libertà che ci è stato consegnato da tutti coloro che furono Soldati, Partigiani, Patrioti e Costituenti. Ripartiamo dal loro spirito di sacrificio, dal loro coraggio, e dalla loro inestimabile forza interiore!
Infine, non avendo la possibilità di rivolgermi direttamente a voi giovani, che sarete il nostro futuro, voglio insistere a ricordarvi che voi stessi siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale e culturale ed essere rispettosi dei valori della nostra Costituzione, che non è solo un susseguirsi di principi giuridici ma che racchiude in sé un bellissimo progetto di paese, una comunità solidale, basata sui valori della democrazia, dell’uguaglianza e della pace, fondamenta che in questo momento più che mai vanno fortemente rafforzate e voi sono sicuro ne sarete capaci.
Rag. Giuseppe Villani, sindaco di Esperia
(La foto è riferita a un precedente celebrazione)