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RAZZA DI ………..

di Luigi Sparagna 

Idioti, coloro i quali assumono atteggiamenti discriminatori nei confronti di chi è diverso dal modello socio-culturale cui l’idiota appartiene. Il caso della morte di George Floyd a Minneapolis per mano di un poliziotto, anzi per meglio dire, per ginocchio di un poliziotto, che atterratolo gli si è inginocchiato sul petto per immobilizzarlo fino a renderlo cadavere ha scatenato un inferno di proteste. Non è la prima volta. La comunità degli scuri di pelle, sodali anche molti di carnagione chiara, ha messo a ferro e fuoco la città e non solo Minneapolis. Il fenomeno della discriminazione dei “neri” trova negli U S A la sua massima espressione, ma altri Paesi fanno buona compagnia agli americani, se ripercorriamo le tappe di questo fenomeno. Occorre andare ai primi anni del 1500, quando la colonizzazione delle nuove coste americane scoperte da Colombo, divenuta pratica espansiva dell’impero Spagnolo nelle americhe, con personaggi come Nicolas de Ovando e Hernan Cortes pone l’inizio dello sfruttamento di manodopera passato alla storia col nome di schiavitù. Anche il nostro Colombo, che dal Regno di Spagna ha tratto le navi per le sue spedizioni, non si è affrancato dall’introdurre nelle terre scoperte e conquistate il sistema delle “encomiendas” (vere e proprie fattorie affidate ai colonizzatori) per la coltivazione di prodotti agricoli, dove si impiegava la forza lavoro delle popolazioni indigene costrette a lavorare in condizioni talmente massacranti che ben presto alcune di esse si ridussero all’estinzione. Inca e Aztechi ne fecero le spese. Esaurita la risorsa di schiavi tratti sul posto per varie ragioni che vanno dalle morti nei campi alle fughe verso la libertà o alle ribellioni per poi ritirarsi in zone impervie e irragiungibili, affrontando una vita allo stato primitivo, ebbe inizio il mercato degli schiavi dei negri dell’Africa, a partire dalla Guinea tra le aree di caccia, che attraverso la Spagna venivano scaricati nelle Americhe, alimentando il proficuo mercato di schiavi e lo sfruttamento nelle piantagioni dei primi insediamenti che diverranno poi la grande America, oggi U S A. E’ storia. Storia di un Paese che si è fondato sullo sfruttamento di gente dal colore diverso della pelle. Non sono bastati secoli di vita, non sono bastati personaggi come Martin Luther King, Muhammad Ali-Cassius Clay, Jesse Owens che hanno fatto del colore della loro pelle il momento di riscatto dei fratelli neri grazie ai successi conseguiti nello sport e nell’impegno sociale. Nella cultura di molti, specialmente in america, ancora la ghettizzazione del “negro” si fa spazio e giunge al razzismo vero e proprio. La discriminazione è idiota ! Non tiene conto che addirittura un Presidente USA è appena uscito dalla Casa Bianca, ed aveva la pelle nera. A nulla vale l’esempio di integrazione di Nino Ferrer che negli anni ’70 canta il brano intitolato “vorrei la pelle nera”. In USA non sfonda. In Usa, l’attuale presidente, il biondo Trump, pur tiepidamente in difesa dei neri, invita a rispettare i poliziotti. Forse sta proprio qui il problema. E’ inutile togliere dalla circolazione film come via col vento perché contiene messaggi razzisti, forse è giunto il momento di chiedersi se la polizia del più potente Paese del mondo non sia avvezza a procedure estreme. Non dimentichiamo che negli USA ancora vige la pena di morte in alcuni Stati, e i poliziotti si sono resi giustizieri anche di bianchi incappati nei loro controlli. Basta un tasso alcolemico più alto di una o due birre e se il malcapitato solo accenna a colpire con un bastone il poliziotto, partono tre o quattro colpi di colt 45 che stendono un bisonte. Anche lo spaccio di una banconota da 20 dollari falsi, come Floyd ha fatto, finisce per creare le condizioni per una esagerata azione di polizia e nella morte del fermato, che quindi diventa omicidio bello e buono. Miscela esplosiva, quella del poliziotto abituato a metodi da far west, nel paese al mondo dove le armi circolano come da noi l’aspirina e una storia che vuole i neri di pelle considerati come diversi e inferiori, il gioco è fatto. Gli americani ce l’hanno un po’ con tutti quelli che non furono protagonisti della rivolta del tè a Boston (la rivoluzione americana). I messicani ne sanno qualcosa e pure gli indiani pellirosse. Un problema così non si liquida in due pagine. Le ragioni dei non neri vanno ad attingere alle migliaia di scuri di pelle che sulle carrette del mare approdano alle coste di vari paesi e realizzano una colonizzazione al contrario, impadronendosi di interi quartieri dove si dedicano al malaffare, mandando in malora la reputazione di un popolo che esprime in tanti campi delle vere eccellenze, e in molti delle esclusive, come nella musica e nello sport. Lo sport è si razzista al contrario, sono tra i più veloci al mondo gli atleti neri, sono tra i pugili più abili e forti quelli neri, nel calcio il dominio di Pelè è ancora mitico. Hanno una fibra più forte i neri. I razzisti diranno che è grazie alla schiavitù imposta dai bianchi che si è selezionata una razza robusta.

IDIOTI !