La Lettura – Dialoghi con Leucò, Cesare Pavese
“L’uomo mortale, Leucò, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia”. Sono le parole che la maga Circe pronunzia a conclusione del dialogo “Le streghe”, uno dei ventisette che compongono i Dialoghi con Leucò, e che meglio di tante altre sintetizzano la profondità dell’opera di Cesare Pavese. Dialoghi brevi, intensi, carichi di pathos e tragicità, come lo sono del resto i protagonisti (in chiave rivisitata) della mitologia greca: dèi antichi e nuovi, eroi dimenticati, forze primordiali, uomini soggiogati dal fato. Proprio il destino è uno dei temi ricorrenti nei Dialoghi, assieme al rapporto fra uomo e divino, la caducità della vita e il significato del dolore. “Ogni cosa che faccio è destino” grida Edipo, ormai vecchio e cieco. E allora Pavese ci prospetta una serie di metodi per scampare all’ineluttabilità del destino: dalla smania di ribellione alla rassegnazione e accettazione della propria sorte, fino alla nostalgia del passato e al rifugio nel ricordo.