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CUCCAGNA

di Luigi Sparagna

Viva viva la cuccagna,

che è un gioco assai di moda,

ci si ubriaca e assai si magna,

e nessuno mai si sbroda.

     A giocarla non son molti,

     in TV son noti i volti,

     onorevoli, impiegati,

     dirigenti e magistrati,

     tutti sono diventati il fior fior degli indagati.

Di misfatti mai pensati, di raggiri truffaldini,

sono rei i malandrini, tutti ingordi di soldini.

     Fanno il paio, che indecenza, con la peggio delinquenza,

     di assassini e malfattori in odor di “mafietà”,

     ed a lor fattor comune si procura libertà,

     nel contesto dell’inchiesta,

perché tutti sono sani e non han lorde le mani,

nei tre gradi di giudizio che non finiran domani,

ma che avranno soluzione sol per santa prescrizione.

     C’è chi ruba, c’è chi ammazza, chi di gusto se la sguazza

     mentre muore un operaio o chissà per quale guaio

     crolla un ponte ma d’altronde,

     pure dentro ai nosocomi

     per ognuno che è intubato,

     qualche imbroglio è perpetrato,

     e se il giudice ti indaga,

     c’è chi cura ogni piaga.

Nei campioni di cuccagna, c’è la crema, l’eccellenza,

di ogni sordida indecenza, forte sol di opulenza,

che non teme alcun consesso, non conosce autorità,

e giammai si piegherà alla lecita condotta che di soldi non è ghiotta.

    L’uppercut è affidato al più noto magistrato,

    che di ciò che è corruzione ne conosce a profusione,

    ma vuol dire, alla buonora, stiamo andando assai in malora.