C’ERA UNA VOLTA L’AMERICA
di Luigi Sparagna
Ennio Morricone aveva mirabilmente musicato una pellicola divenuta un cult della cinematografia. Il grande artista che da poco ci ha lasciato, andando a seguire il più giovane Ezio Bosso, quasi debba venire il dubbio che in Paradiso stiano organizzando un megaconcerto, si sarà certamente ispirato a suo tempo a quell’America sogno di molti che l’anno raggiunta in cerca di fortuna, e che l’hanno pure trovata in più di qualche caso. Gli Italiani sono forse tra i principali protagonisti di quella che fu un’avventura, un sogno, carico di tanti sacrifici, ma che per molti segnò il riscatto dalla povertà. Il mito americano, rafforzatosi nel secondo conflitto mondiale, ha disegnato nell’immaginario collettivo il buono e generoso Zio Sam, che se punta il dito a cercare i suoi uomini, poi è quello che distribuisce cioccolate, suona una musica d’avanguardia, vede il mondo a taglie grosse in ogni cosa, si offre come Paese dove è possibile sognare, dove tutto è possibile. Ecco, questa è la grande America dove almeno una volta si va a fare un viaggio turistico per rimanere affascinati dalla grandezza in ogni senso. In ogni angolo del mondo, per ogni situazione, l’America c’è, coi suoi dollari. Oggi l’America sembra essere cambiata, non è più la bandiera a stelle e strisce, ma un ciuffo biondo, di un biondo strano, pettinato in modo ancor più strano, che appartiene a un Presidente che snocciola espressioni facciali Disneyane, e si distingue per prese di posizione ben distanti dalla pacatezza e autorevolezza che un leader di tal spessore deve poter e saper esprimere. Sembra un bambino dispettoso, consapevole di essere il padrone dei giocattoli, e che gode a dire a tutti i bambini del parco….”il pallone è mio e ci faccio giocare chi mi pare”. Deve essere proprio così, pensa che il mondo sia un pallone da calcio e che lui ne sia il padrone incontrastato. Come si potrebbe spiegare altrimenti l’ultimo scoop politichese del dichiararsi fuori dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Non si tratta di un club esclusivo, ma di una Organizzazione che tratta un argomento che appartiene a tutti, dove tutti sono chiamati a svolgere un ruolo, una parte, non certo ad essere isolazionisti. Non è la prima volta che il Mister TRUMP si chiama fuori, come anche per i trattati sull’ambiente e l’inquinamento, ma come spesso minaccia di fare e qualche volta fa, in nome della grandezza e autonomia dell’America, sempre proponendosi come il bambino col pallone sotto il braccio, che se non lo fai giocare all’attacco e segnare il gol, si rifiuta di giocare. Espressione dei portafogli gonfi, come il suo, che forse lo sosterranno ancora alle prossime elezioni, soffre l’avanzata economica orientale, e si tiene a debita distanza da una Russia dove Zar Putin, col capello raso, sa il fatto suo. Insomma, dopo il colpo grosso dell’acquisizione del colosso automobilistico Chrysler da parte di Fiat guidata dal genio del business che risponde al nome di Sergio Marchionne, al tempo Amministratore delegato dell’impero automobilistico Torinese degli Agnelli, lo spessore politico di Trump rende colpi di clava ad un’America che ci appare ora, non come quella, invincibile, che abbiamo imparato a considerare con interesse e rispetto. Possiamo dire a buon titolo…..”c’era una volta l’America”.