Ic2 Pontecorvo – La toccante lettera di saluto della Dirigente Rita Cavallo
Una lunga e toccante lettere per salutare la folta comunità scolastica di Pontecorvo, Pico e San Giovanni Incarico, l’ha scritta la Rita Cavallo, dirigente dell’Istituto Comprensivo Pontecorvo 2. Da oggi, primo settembre, dopo 43 anni di lavoro è in pensione.
Ecco la Lettera:
“Carissimi tutti, Questa data segnerà una svolta fondamentale nella mia vita, e voi tutti rappresentate la cornice che delinea il paesaggio entro cui i miei vissuti emotivi cercano di rendere leggibile una lunga storia professionale e un lungo cammino di vita.
Ogni svolta della vita apre sempre a nuovi orizzonti, lasciando dietro di sé tracce del sentiero che si è percorso.
Mi soffermo a guardare il mio sentiero.
Sosto con il cuore sui segni delle mie impronte così come le ho lasciate, giorno dopo giorno, in questi miei lunghissimi 43 anni di vita professionale e provo a sentirne i sussulti che lo spazio e il tempo hanno cristallizzato.
Mi rendo conto che sono segni profondi, non sono mai stata a mio agio con le superficialità, ho guardato sempre al di là e oltre le apparenze.
So di aver camminato sempre spedita nella consapevolezza che ogni mio passo attingeva forza ed energia dalla chiarezza della rotta che intendevo perseguire, sostenuta e guidata dalla mia bussola dei valori che è rimasta stabile nel tempo e non mi ha mai portato fuori strada.
So bene che a volte mi ha indicato traiettorie che erano particolarmente impegnative, e io come “viator mai arrivato” ho provato ad esplorare paesaggi inediti, affascinata dalla ricerca del meglio ancora da scoprire.
Più volte mi sono lasciata travolgere dall’entusiasmo e dalla bellezza dei cambiamenti che vedevo come possibili sogni da realizzare per rendere migliore il presente che ci prendeva per mano.
Più volte mi sono messa in cammino cercando tenacemente altri compagni di viaggio per raggiungere le vette più alte, là dove dimora l’eccellenza, dove lo sguardo può spaziare e superare gli orizzonti ingessati dalla pigra quotidianità.
Non si va lontano da soli.
La visione di una scuola all’avanguardia, l’affermazione di una nuova sensibilità pedagogica e culturale diventa possibile e può trascendere il reale solo se si diventa plurali. Solo se si riesce a passare dall’io al noi, dall’individualismo alla collegialità, dall’egoismo al senso del bene comune, dalla consuetudine sedimentata alla ricerca di paesaggi ancora inesplorati.
Non ho mai voluto abitare spazi occupati da solitari IO e così alcune rotte, seppur tracciate con entusiasmo e consapevolezza, sono rimaste inesplorate e immobili come tanti punti di sospensione in attesa, forse, di pagine ancora da scrivere, magari in un nuovo capitolo.
Resto in silenzio davanti a quei puntini di sospensione, avvolta da emozioni mai segnate dal tempo, sento che non ho esaurito la mia voglia di viaggiare, è solo una svolta.
I sussulti del cuore ancora vibranti mi sommergono e ancora mi riportano con lo sguardo al mio sentiero, a quelle numerose indelebili impronte.
Partono dai miei 19 anni e arrivano ad oggi, sono davvero tante.
I contorni così ben delineati lasciano trasparire l’ impegno profondo, costante e serio che ha accompagnato il mio andare nel tempo. Un impegno reso gioioso ed entusiasmante dall’incontro costante con i “germogli del futuro”, così ho sempre immaginato e chiamato i miei meravigliosi ragazzi.
Per loro ho provato un amore professionale intenso, senza riserve, che ha alimentato di energia creativa e propositiva tutto il mio lavoro nella piena consapevolezza della grande responsabilità affidatami, ma affascinata dal grande potere edificante che avevo tra le mani.
Per loro e per la scuola tutta ho dato sempre il meglio di me stessa, operando con lealtà e rigore etico.
Non mi sono mai fermata davanti agli ostacoli che ho visto come sfide a cui rispondere. Non mi sono arresa davanti alle difficoltà, che pure non sono mancate, piuttosto ho cercato nuove opportunità da esplorare per arginare le criticità e continuare a costruire.
A volte, quando intorno a me non ho percepito quel “noi” in cui affondavano le radici dei miei progetti di miglioramento, ho scelto di fermarmi. La qualità ha bisogno di radici profonde per poter dare buoni frutti.
Ho preteso da me molto più di quanto abbia mai preteso dagli altri, per questo il mio distacco è sereno: di più non avrei potuto fare, meglio non avrei saputo fare.
Nel mio lavoro, da docente prima e da dirigente poi, non ho fatto altro che cercare di tradurre una sana utopia in realtà progettuale, senza mai chiedermi se era facile o difficile: una scuola di eccellenza, una scuola all’avanguardia, una scuola radicata nell’autenticità di un agire corale.
Una scuola bella, colorata, accogliente, ricca di stimoli culturali e innovative risorse didattiche.
Una scuola che lasciasse trasparire senza incertezza alcuna, che in quel luogo speciale “laboratorio della cittadinanza attiva” si lavorava non solo con grande competenza, ma soprattutto con amore e passione.
Una scuola capace di rispondere alle sfide di un mondo che cambia vorticosamente e ci proietta verso scenari planetari dove tutto è prossimo e mutevole.
Una scuola in cui ogni bambino, unico e speciale, potesse sentirsi incoraggiato a dare il meglio di sé, sviluppando tutto il suo potenziale, accompagnato giorno dopo giorno con sensibilità pedagogica nel cammino della crescita da autentici “professionisti dell’educazione”.
Mi bastava sapere che questo era un sogno meraviglioso e utile e che se fosse diventato il sogno di molti, sarebbe di certo diventato realtà.
Ho creduto nella forza di un “noi” che ho sempre perseguito, alimentando costantemente il dialogo, la collaborazione con la famiglia e gli Enti locali nell’intento di dar vita ad una vera “comunità educante”.
Ho aperto spazi inediti di partecipazione attiva ai genitori, ai nonni, a volontari, con l’intento di far germogliare una scuola che suscitasse un vero e coinvolgente senso di appartenenza, che riuscisse a posizionarsi tra le priorità più importanti su cui investire con la sensibilità del cuore e l’impegno proattivo.
Questo è quello in cui ho creduto. Questo ho cercato di costruire con voi.
Adesso che sto per voltare pagina e sto per lasciavi voglio dire a tutti, “professionisti dell’educazione”, genitori, nonni, volontari della “Banca delle Risorse”, rappresentanti degli Enti Locali: grazie per la preziosa collaborazione, per l’impegno e per la sensibilità con cui mi avete accompagnato in questo importante percorso di vita professionale e personale.
Insieme abbiamo fatto un bel tratto di strada, orientando il nostro cammino verso orizzonti di autentica cultura e umanità, dando fondamenta ad una scuola di qualità.
Insieme come “ambasciatori di nuove aurore” abbiamo disseminato, senza riserva, amore e rispetto per coloro che nella scala dei valori sempre sono stati e continueranno ad essere al primo posto: i nostri meravigliosi ragazzi.
Ed ora mi rendo conto che è quasi domani. Devo separarmi.
Nel silenzio dell’ascolto sento sprigionarsi emozioni che vibrano e come note di un brano ancora inedito mi avvolgono e lasciano intravedere l’incanto di quel futuro già sognato, dove l’armonia dell’incontro e del confronto aperto e rispettoso regna tenace, ancorata a quelle tracce ormai visibilmente segnate dal germoglio di un “noi”.
E’ con l’abbraccio e la forza propositiva di questa immagine, che voglio lasciarvi.
E’ con l’augurio che ognuno di voi continui a colorare quel “noi” e quel “futuro”, liberando le più belle potenzialità, che voglio salutarvi.
Porterò con me la gioia per tutto quello che ho cercato di costruire con amore.
Porterò con me tutta la ricchezza che mi avete donato. Custodirò nello scrigno prezioso dei miei ricordi più cari ognuno di voi.
Con stima e affetto!
La vostra preside Rita Cavallo“.