Pontecorvo – Anche in era Covid la Caccia al Tesoro si rivela un successo
Nessun gazebo campeggiato da ore lungo il perimetro di una piazza. Nessun microfono a diffondere parole di benvenuto alla XIVª edizione della manifestazione. Nessun flashmob chiassoso al ritmo della musica da parte dei giocatori. Non c’è dubbio, quella di quest’anno è stata davvero una Caccia al Tesoro diversa, anomala. D’altronde, è stata una Caccia al Tesoro ai tempi del Covid-19. Eppure, la particolare situazione in cui viviamo non ha fermato l’associazione Taverna del Drago che, sabato 5 settembre 2020 a Pontecorvo, è riuscita a portare in scena la XIVª edizione, in una speciale versione “a distanza”, rispettando al massimo tutte le misure di sicurezza attualmente in vigore.
Una Caccia al Tesoro diversa nella forma ma non nella sostanza. Sì perché, dopo l’incontro di pochi minuti con i capitani delle 18 squadre presso l’ex Campo Boario e la consegna della 1ª prova – l’unico momento di saluto ufficiale ai giocatori, trasmesso in diretta streaming sul social network Instagram -, ciascuna squadra è rimasta “rintanata” nella propria postazione privata, giocando di prova in prova fino alla conquista del tesoro, proprio come accade ogni anno. Allo stesso modo, i ragazzi della Taverna del Drago hanno coordinato lo svolgimento della manifestazione, muovendone i fili direttamente dalla propria base casalinga, con strumenti informatici e applicazioni di messaggistica istantanea.
LE PROVE – La trama della storia, alla base del gioco, si è dipanata a partire da un misterioso personaggio, ovvero il “custode” che, nel trailer promozionale dell’evento, raccontava di chiavi portentose trasportate nella nostra realtà da un gruppo di fanatici, provenienti da un altro mondo e animati da intenzioni distruttive. Per scongiurare tale scenario apocalittico, i giocatori sono stati interpellati dai “custodi” delle chiavi in veste di antagonisti degli “intrusi”: il loro compito è stato quello di cercare le chiavi nascoste, raccoglierle e chiudere definitivamente il portale attraverso cui costoro erano entrati nel nostro mondo. Una Caccia al Tesoro dall’atmosfera fantasy e piena d’azione, costellata di giochi di vario tipo: dalla preparazione di alcuni finti antidoti chimici alla risoluzione di cruciverba in lingua dialettale, passando per rompicapi logici grafici, messaggi da decifrare ed enigmi linguistici legati alla toponomastica del territorio.
Tra un gioco e l’altro, non sono mancate delle chicche che i ragazzi della Taverna del Drago si sono divertiti ad elaborare per dare un tocco di originale ingegnosità alla Caccia: con l’ausilio di una stampante 3D (e una buona dose di lavoro) sono state progettate e costruite alcune delle chiavi in dotazione ai giocatori, chiavi scomponibili e ricomponibili in nuovi chiavistelli da utilizzare nel meccanismo finale del portale, anch’esso manufatto artigianalmente con parti meccaniche stampate in 3D. Per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, invece, quest’anno l’associazione ha superato se stessa, sviluppando anche un’applicazione di geolocalizzazione determinante nel contesto di una prova in movimento.
Dopo circa 17 ore di gioco, è stata la squadra turchese a portare a termine l’incarico affidato dai “custodi”, trovando la combinazione giusta per distruggere la breccia d’entrata e con essa le chiavi dai magici poteri.
Non c’è dubbio, quella di quest’anno è stata davvero una Caccia al Tesoro diversa, anomala. Una Caccia fatta di mascherine protettive e gel disinfettanti. Una Caccia a metri di distanza e scarsi scambi di battute. Una Caccia diversa nella forma ma non nell’impegno della Taverna del Drago e nell’emozione dell’incontro con i giocatori: un’emozione invisibile ma così palpabile nei gesti e negli sguardi, perché costretta ad esprimersi in pochi, brevi istanti. Ai tanti giocatori che, nonostante la situazione, hanno accettato di partecipare alla manifestazione, osservando appieno le procedure di sicurezza anti Covid, va uno speciale ringraziamento da parte dell’associazione Taverna del Drago.