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LA CLASSE NON E’ ACQUA

E così l’Italia ha vinto, soffrendo come suo solito, ha conquistato il titolo di campione d’Europa di calcio, lo sport più noto e seguito. Ci sono voluti i rigori, che non sempre ci hanno favorito, ma questa volta, grazie ad un portiere di grande valore, che si avvia ad essere anche di grande esperienza al pari di quella dei mitici Zoff e Buffon, i rigori ci hanno proiettato sul gradino più alto del podio a ricevere la coppa esibita con trionfo e legittima soddisfazione dalla squadra messa su dal CT Mancini. Qualcuno potrebbe osservare che una vittoria ai rigori non è proprio del tutto meritevole, ma se la sorte avesse favorito i nostri avversari loro non l’avrebbero pensata così. E allora godiamoci il risultato e che sia la premessa per i prossimi mondiali. Siamo tutti contenti, Mattarella in testa, e non escludiamo dai festeggiamenti il tennis, con un Berrettini che non solo ha conquistato la finale di Wimbledon, primo tra gli italiani a calpestarne il prato, ma non ha certo sfigurato al cospetto del numero uno del mondo, il robot della racchetta Djokovic, che al termine dell’incontro se l’è pure mangiata l’erba di Wimbledon, magari temendo che alla prossima occasione il nostro Berrettini, anche lui, ne assaggerà. La classe non è acqua, e viene fuori al momento opportuno sostenendo chi ne ha da vendere e abbandonando chi ne è privo. Con tutto il rispetto per la casa regnante inglese, forse ultimo retaggio di classe, come diversamente non potrebbe essere, i calciatori inglesi non solo non ne hanno da vendere, ma proprio hanno dimostrato di non averne affatto. Hanno impunemente fischiato durante l’esecuzione dell’Inno d’Italia, con addirittura il Presidente Mattarella in tribuna e i rappresentanti di casa reale inglese pure in piedi sugli spalti che spero abbiano provato almeno imbarazzo. Al termine della partita si sono accaniti contro i tifosi Italiani, ma voglio concedere il beneficio d’inventario e prendere in considerazione l’ipotesi, in verità lontana, che siano stati gli Italiani a provocare. Ma se mi avessero fischiato l’Inno avrei chiamato una “carogna”di capo ultrà italiano a chiarire l’equivoco. Peraltro i famigerati hooligans in Italia si sono permessi devastazioni imperdonabili, perciò se un tifoso italiano avesse loro indirizzato anche una “pernacchia”, quella famosa che il grande De Filippo eseguiva con maestria, non è poi la fine del mondo. Ma se questo riguarda i tifosi, i calciatori li hanno superati. Sfilarsi dal collo con sdegno la medaglia appena ricevuta ha gettato al secchio dell’immondizia indifferenziata il fair play dello sport e del tanto declamato stile inglese. Evidentemente la Brexit ha fatto breccia anche in quello che era giudicato il santuario dei migliori valori, che di recente, proprio per confermarsi tale, vede i giocatori all’inizio di partita inginocchiarsi a testimoniare il “no” alle discriminazioni. Alla faccia!

Quando l’Italia sale sul podio la cosa fa tremendamente arrabbiare. Non ci possiamo fare nulla se non solo nel calcio siamo i migliori. Gli Inglesi dovrebbero convincersi che al loro carattere si adatta meglio il Cricket. E’ doveroso stigmatizzare questo malcostume per farne tesoro e non cadere nello stesso baratro di ignoranza. Auspico infatti che lo sdegno abbia segnato anche nostri connazionali, a ricordar loro che lo stile, la classe, deve permeare la nostra vita di relazione e non solo il mondo del pallone. Sta bene che un giornalista come Travaglio, evidentemente non indipendente, critichi il Generale Figliuolo, ma magari potrebbe farlo col garbo che contraddistingue le grandi firme invece che col livore per giunta ingiustificato che è solito esprimere verso questo serio professionista. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, e a qualcuno sfugge che lo zoppo, spesso cerca uno con lo stesso difetto col quale accompagnarsi, tanto per compensare la camminata e non sentirsi solo. Travaglio infatti fa il paio con una certa Murgia, che dicesi scrittrice, e pure lei si scaglia contro ciò che funziona, cioè il Generale Fligliuolo, in modo del tutto privo di stile, oltre che di concetti e contenuti. Leggo sul conto di questo personaggio, che è impegnata a cambiare le regole della grammatica italiana, giudicandola sessista coi suoi maschili e femminili. Per esempio, se ho capito, invece che “questo personaggio”, evidentemente maschilista come espressione perché è al maschile, avrei dovuto scrivere “quest* personagg*”, risolvendo con un asterisco quello che l’Accademia della Crusca, il Sabatini Colletti e la Treccani sono andati affermando. Bella presunzione! Ma il fascino della notorietà, si sa, incanta, e disposti a veicolare idee altrui essendo privi delle proprie, fa mangiare e bene e dall’antipasto al dolce (due congiunzioni alla faccia della Murgia). Non facciamo come i giocatori e i tifosi inglesi, che la dignità l’hanno gettata nel Tamigi. LA CLASSE NON E’ ACQUA .