Il CSM si RI – FORMA
di Luigi Sparagna
Suona le trombe il Governo per annunciare la riforma del CSM, una delle necessarie riforme caldeggiata dal Presidente Mattarella. E’ vero, non fa una piega. Il CSM si è riformato, nel senso che, si é formato di nuovo, ma semplicemente allargando il numero dei membri ora fissato in 30 componenti, e regolamentando il modo di eleggerli. Importante innovazione é il “tornello” . Non si illuda chi pensa che si tratti dei meccanismi di controllo delle entrate e delle uscite. Magari ne venissero adottati per una registrazione puntuale delle presenze in ufficio dei magistrati. Si tratta invece del divieto a chi é eletto a cariche pubbliche di rientrare alla fine del mandato all’ufficio di giudice/magistrato. La ratio, evitare politicizzazioni dei magistrati che mal si conciliano con la percezione di terzietà che essi devono garantire. Molto bene! Allora il provvedimento di riforma, a mio avviso, andava integrato con un altro divieto, quello di tenere in vita l’ANM (associazione nazionale magistrati, agli onori della cronaca sotto la brillante ed efficace guida del suo Presidente, Palamara). In seno ad essa si registrano diverse correnti di riferimento dei magistrati: Area, Unicost, Autonomia e indipendenza, Magistratura Indipendente, Magistratura Democratica. Tutte realtà con chiaro riferimento ad un orientamento politico. Dov’è la terzietà? Vanno abolite, vietate, cancellate. Il CSM assolve a tutte le funzioni necessarie al governo della categoria dei Magistrati. Perciò, non solo questa riforma così magnificata è in qualche modo una leggera rinfrescata di vernice, ma è solo una parte dei necessari interventi al comparto giustizia. Si indispensabilepervenire a un sistema generale che privilegi esclusivamente l’oggettiva professionalità e la meritocrazia nel segno di una credibilità da riconquistare. I cittadini Italiani non possono essere ingannati ulteriormente illudendoli che tutto vada bene mentre sotto sotto si continua coi magheggi a tutela di privilegi non più sostenibili.