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PUTIN TRAGEDY

di Luigi Sparagna

Forse già domani questo “commento” potrebbe non essere più attuale perché magari sarà intervenuto a sorpresa un accordo tra Russia e UCRAINA che ponga fine a questa insulsa guerra. Questa è la speranza, ma credo sarà vana. Putin continua la sua recita, tragica, continua la sua tragedia con prezzo del biglietto per le poltronissime che si possono permettere solo gli oligarchi, ma che anche per i posti in galleria e sui palchi gli spettatori russi non possono contare su prezzi popolari. In ogni demente, isterica e irresponsabile decisione di un dittatore non manca il cinismo. Fedele a tanto, Putin diffonde ai bambini russi nelle scuole un cartone animato per spiegare le motivazioni della guerra russa all’Ucraina, inoculando in quelli che evidentemente considera soldati in erba il germe dell’odio, della violenza, che dobbiamo augurarci non attecchisca nei cervelli di queste innocenti creature. E’ praticamente diabolico quello che sta perseguendo nel più radicale disprezzo di quello che l’intera compagine internazionale in modo corale manifesta. Sempre più solo, incapace di capire che anche vincendo sull’Ucraina la sua frontiera con la NATO non avrà zona cuscinetto e comunque lo precipiterà in un isolamento talmente grave e profondo che lo ridurrà a dover consegnare le chiavi della sua Russia al resto del mondo. Confesso che fino a prima di questo evento nutrivo un certo interesse per questo leader che ammiravo per la sua capacità di guidare il suo Paese verso un ruolo internazionale di primo piano e con uno sviluppo economico che ripagava i cittadini sovietici dei sacrifici e delle ristrettezze di un regime passato ai libri di storia. Ammetto la delusione che ritengo irrimediabile nell’esprimere oggi la convinzione che questo leader tutto è tranne che un leader. Se immagina che tra non molto andremo tutti in giro con una bandiera rossa con falce e martello (forse è questo che sogna di notte) si sbaglia. Lo spauracchio del conflitto nucleare non coinvolgerà il mondo. Il mondo lo farà attaccare alla canna del suo gas. Tra i crimini di guerra che già sono stati scritti con l’inchiostro rosso del sangue Ucraino e di quei soldati russi ingannevolmente lanciati in una invasione spacciata per fulminea e incruenta, anche i cartoni animati somministrati ai piccoli scolari moscoviti come fosse Polonio 121 sono stati annotati. Resistere è la parola d’ordine per alcuni, respingere e condannare quella per altri. Come tutti i dittatori che lo hanno preceduto, non avrà vittoria e non potrà invocare pietà al cospetto del tribunale degli uomini che lo giudicherà, mentre la storia e Dio, (qualunque sia il suo se ne ha uno) hanno emesso fin da ora la sentenza irrevocabile di condanna.