SOGNO O SON DESTO
di Luigi Sparagna
Primo mattino di un luglio infuocato da temperature tra reali e percepite talmente elevate che potresti cuocere un pollo semplicemente ponendolo in un piatto fuori dalla finestra più o meno verso mezzogiorno.
Solo alle prime ore della giornata una bava di vento, un soffio pari a quello di un fumatore di sigaretta, pare offrire una parvenza di aria fresca. Mi vesto in fretta e vado a fare colazione al bar, come al solito coi soliti quattro amici, ma noi, che non siamo quelli di Gino Paoli che volevano cambiare il mondo, siamo quattro pensionati che il mondo lo hanno visto fluire per qualche anno in cui hanno fatto il loro meglio per contribuire alla “grande bellezza” sociale, e perciò riteniamo di meritarci un buonissimo caffè. Una chiacchiera edognuno si perde nell’esaltazione delle bellissime cose che ci circondano:viviamo in un mondo dove non c’è corruzione; gli appalti pubblici fanno sì che si realizzino in breve tempo opere eccezionali; gli indici di criminalità sono talmente bassi che quasi quasi non sappiamo che farcene delle forze dell’ordine; non c’è una guerra in nessuna parte del mondo, ma che dico guerra, manco una scaramuccia tra ragazzi di quartiere; il reddito procapite permette a tutti una vita agiata, anzi agiatissima; abbiamo un sistema sanitario che funziona alla grande.
Appena uno si reca in ospedale o ci viene trasportato si presentano all’ingresso due o tre paramedici che senza farti compilare nessun modulo ti portano al cospetto di un medico che non aspetta altro che di visitarti e curarti. Sono arguti nel visitarti e capire cosa ti affligge e se devi essere curato, operato, ti trovano immediatamente un posto letto in una confortevole cameretta dotata di tutti i comfort e le equipes operatorie sono prontissime ad intervenire, tanto sono di turno al tavolo chirurgico come un soldato di guardia in polveriera. Non ti lasciano andare via se non sono certi che tu non abbia niente e che stai benissimo in salute; i tassi di disoccupazione sono un mero capitolo nei libri di scuola ma non esiste nel mondo del lavoro, che va a gonfie vele. Addirittura anche i migranti che affrontano il mare tempestoso pur di regalarsi un futuro, appena sbarcano da noi trovano sul molo il banchetto con il sindacalista e l’imprenditore che gli fanno firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato per andarsi a riunire con i nostri concittadini che piuttosto che accomodarsi ad un reddito di cittadinanza stracciano le carte che servirebbero per percepirlo e vanno a lavorare perché amano guadagnarsi il pane col sudore della fronte e non con l’umiliante elemosina di palazzo; una magistratura che fa scuola nel mondo della giustizia per essere al di sopra di tutto e tutti, garante di equità, coerenza, impenetrabile ai poteri di qualunque genere, certezza di applicazione imparziale, coerente e credibile delle leggi che ci governano; la pubblica amministrazione, è di una efficacia spaventosa. Rispecchia in fin dei conti la preziosa e responsabile oltre che competente opera del Governo centrale, sempre efficace, puntuale, autorevole perfino in campo internazionale, tanto da andare orgogliosi in tutto il mondo; per non parlare del Presidente del consiglio, che lungi dall’essere un fanatico, un politico di mezza tacca, un attore squinternato o una ballerina di can can prestati alla politica, un faccendiere senza scrupoli, un puttaniere, un quaquaraquà di Sciascia memoria (e non solo di Sciascia), è uomo di rara ed eccezionale preparazione che sovrasta, e in qualsiasi campo, eccelsi rappresentanti della cultura, dell’economia, della politica, al punto tale che ovunque si rivolga per il mondo a lui vengono spalancate le porte dei palazzi del potere e dell’economia e dell’alta finanza, che a noi ci torna utile per gestire i nostri debiti, che pure ci sono. E’ talmente di valore che tutta la classe politica lo difende a spada tratta, gli concede una fiducia incondizionata, lo venera come fosse l’uomo della divina provvidenza che rispetto ai suoi predecessori sembra ci sia stato donato dal destino gravido di ogni ricchezza culturale, morale, materiale che ci meritiamo per essere cittadini modello.
Insomma il titolo del film “la grande bellezza” è poca cosa per descrivere lo “Stato di Grazia” del nostro meraviglioso Paese.
O PERBACCO, uno spiffero di venticello più fresco, si insinua nella finestra della camera da letto dove sto dormendo, sprofondato in un materasso che ha raccolto qualche goccia di sudore che sembra essersi gelato addosso con lo spiffero malandrino sfuggito a “Caronte”. Mi sveglio…..dove cavolo sono gli amici al bar ? e non sto bevendo nessun caffè ! Non mi sono ancora neppure alzato dal letto !
(è tutta qui la differenza tra un sogno ed un incubo)