LA QUESTIONE MIGRANTI
Di Luigi Sparagna
Cutro, in Calabria, è ancora una volta un nome di una località che verrà ricordata non per le sue bellezze, ma per l’orrore di una strage di migranti che hanno trovato la morte in mare prima di raggiungere il porto in Italia. Non c’è dubbio che la questione è, manco a dirlo, di vitale importanza, e meriterebbe una condivisione unanime della nostra politica per la necessità evidente di acquisire forza e credibilità nel panorama delle intese che a livello Europeo si richiedono a gran voce da ogni parte. Coralità e condivisione sbandierate, ma in realtà messe subito da parte per dare spazio allo scontro con la maggioranza, che l’opposizione, subito dopo le recenti elezioni, ha annunciato di voler attuare senza se e senza ma. Non sente ragioni chi deve denigrare il Governo in carica e la Premier, e nella tragedia in acque Libiche, che ha ripetuto il dramma di Cutro, senza tenere in nessun conto le dichiarazioni e le spiegazioni del responsabile della Guardia Costiera, gli ospiti della trasmissione Quarta Repubblica hanno colpevolizzato del naufragio l’intero Governo e la Meloni in particolare. A nulla è valsa la precisazione del responsabile della Guardia Costiera che ha ricordato come la responsabilità penale per le omissioni di soccorso eventuali, è strettamente personale, tanto da scongiurare il rischio di sottostare a pressioni politiche volte a ritardare i soccorsi, ipotesi sospettata. Ipotesi oltraggiosa. Se proprio la vogliamo dire tutta, è stato spiegato anche che il luogo del naufragio non sarebbe stato comunque raggiungibile dai nostri mezzi navali per la insufficiente autonomia, e in mare non ci sono pompe di benzina dove rifornirsi. Aggiungiamo pure che il tempo occorrente per percorrere la distanza tra i nostri porti e il luogo della tragedia, rispetto al momento in cui è stata ricevuta la segnalazione di soccorso, non avrebbe comunque impedito il naufragio, avvenuto peraltro mentre sul posto un mercantile era già presente e traeva in salvo alcuni migranti (pochissimi purtroppo). Queste povere anime di Dio o di Allah o di chissà quale altro padreterno morivano, di notte, con un mare in tempesta, ma tempesta seria. Non può essere colpa solo del Governo in atto che, come sottolineato, si è insediato da quattro mesi, e il problema ce lo portiamo dietro da anni, almeno da quando gli accusatori di oggi erano loro a dover trovare soluzioni che evidentemente non hanno trovato. Gli opinionisti, di varia estrazione, non vogliono sentire ragioni, urlano a gran voce che il Governo si deve dimettere e basta. L’ascoltatore è infastidito dalle urla televisive, dal parlarsi addosso l’uno contro l’altro, fornendo uno spettacolo indecente di rara maleducazione e di ragionamenti inconcludenti che oltraggiano la comune intelligenza. E’ così che i migranti continueranno a morire, e a morire due volte.