Pontecorvo, primo novembre 1943: ottant’anni fa la distruzione della città
Era giorno di mercato, in centro c’erano i banchi della frutta e della verdura, nella basilica cattedrale la messa di Ognissanti. C’era la guerra, si conviveva con l’ex alleato germanico, ma mai le bombe erano cadute sulla testa dei civili.
Mai nessuno avrebbe immaginato che la cattedrale sarebbe stata centrata da tre bombe che uccisero preti e fedeli e il centro città tempestato di piombo vile.
Al termine del bombardamento non rimasero che macerie, sangue, morte e distruzione. Era il primo novembre 1943 ed è il primo novembre 2023: ottant’anni fa. Oggi la città ricorda le vittime di quel bombardamento e di tutte le guerra.
A quel triste giorno il compianto maestro Bernardino Pulcini ha dedicato una significativa poesia intitolata “L’Ognissanti del Quarantrè”.
Il mio paese
ricordo posato
nel verde
della valle del Liri
dal cielo turchese
cosparso di stille
vermiglie incendianti
le cento finestre
sgranate pupille
nell’ultimo sole autunnale
delle case di Santa Maria.
Paese patriarcale
sereno come grembo materno
dai grandi silenzi
ed innumerevoli voci
dal fiume, dai boschi,
dalle strette viuzze
quasi abbracciate,
folate
di risi, di piccoli pianti,
di arcani sospiri,
di canti innamorati:
organismo vivente.
Ma venne l’amaro
Ognissanti del Quarantatré.
Nel tepore estivale,
dal cielo chiaro
come pupilla di bimbo,
il limbo
della preistoria
-un’ombra che dura,
ahi quanto!-
avvolse dei Santi la gloria.
Il popol pregava
con voci frementi
Libera nos, Domine,
Ab omnibus malis,
praeteritis et futuris
quando eruppe corrusca
infernale tregenda
dall’empio cielo dell’uomo
e rombi e boati di bombe
squassaron le mura ancestrali.
Pregava A peccato
Simus semper liberi,
Et ab omni
Perturbatione securi.
Sugli animi puri
d’ignote paure
nell’Ognissanti del Quarantatré
il sangue colò dall’altare
della Cattedrale
dai preti officianti
dai fedeli oranti
dai malati dell’ospedale
da tutte le suore
del Monte Calvario
-avvolte in un solo sudario-
dai bimbi innocenti
innocenti come tutti i Santi.
Tutti i Santi del Quarantatré,
Un’ala di piombo, ricordo,
copriva
il mio morto paese
nel verde mare
della
Valle del Liri.