Il Presidente Della Repubblica Sergio Mattarella oggi a Cassino, in occasione degli 80 anni dalla distruzione della città
Questa mattina il Presidente Della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Cassino, per partecipare alla cerimonia commemorativa dell’ottantesimo anniversario della distruzione della città.Presenti,tra gli altri, il ministro della difesa Guido Crosetto, Matteo Piantedosi (Interno), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme Istituzionali) e Andrea Abodì (Sport e Politiche giovanili). Per le Ambasciate Jack Markel (USA), Anna Maria Anders (Polonia), la ministra plenipotenziaria Maria Adebahr (Germania), l’addetto britannico per l’Aeronautica e la Marina Adrian Mudge (Regno Unito), Jacqueline Frizelle (Nuova Zelanda).
Presenti,anche parlamentari nazionali ed europei: Nicola Ottaviani, Nicola Zingaretti, Ilaria Fontana, Claudio Mancini, Massimo Ruspandini, Maria Veronica Rossi, Salvatore De Meo. Per la Regione Lazio il presidente Francesco Rocca, la sua vice Roberta Angelilli, e il presidente del Consiglio regionale Antonello Aurigemma, gli assessori regionali Simone Renata Baldassarre, Pasquale Ciacciarelli, Luisa Regimenti, Giuseppe Schiboni, e i consiglieri Daniele Maura, Alessia Savo, Sara Battisti. Per la Provincia il presidente Luca Di Stefano.
Per quanto riguarda le altre autorità, dal Prefetto Ernesto Liguori, al Questore Domenico Condello, ai Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; oltre naturalmente ai sindaci, al Presidente del Tribunale di Cassino Lucio Aschettino, al Procuratore della Repubblica facente funzione Alfredo Mattei, al Presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele.
Il discorso del presidente
“Mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti. Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile, a partire dal funesto bombardamento del 15 febbraio contro l’Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate, tante persone che vi si erano rifugiate contando sull’immunità di un edificio religioso, espressione di alta cultura universalmente conosciuta”.
“Ma la guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie. L’offensiva della coalizione contro il nazismo, che aveva occupato – e opprimeva – l’Italia, rase completamente al suolo la città e la storica Abbazia. Questo territorio, all’indomani degli eventi bellici, si presentò completamente distrutto: case, chiese, strade, ponti, ferrovie, scuole. A quella comunità così duramente colpita, a quelle donne e a quegli uomini contro cui la furia bellica si manifestò in tutta la sua disumanità, la Repubblica esprime oggi affetto e rimpianto e, nel ricordo, si inchina alla loro memoria. Rende omaggio a un eroismo silenzioso nel tempo della sofferenza, e alla loro orgogliosa volontà di far riprendere la vita in quello che era divenuto un campo di rovine. Ricordiamo come un gesto eroico quello di trovare dentro di sé le risorse per por mano immediatamente alla ricostruzione. Anche di questa Abbazia, faro di civiltà, avviata ancor prima della conclusione del conflitto. Toccò al primo Presidente del Consiglio dei ministri espresso dal Comitato di Liberazione Nazionale, Ivanoe Bonomi, porre la prima pietra già nel marzo del 1945. Cassino martire. Ma Cassino anche protagonista, straordinaria testimone, di questa risalita dall’abisso. Un abisso che inghiottì anche migliaia di giovani di altri Paesi che morirono combattendo contro gli oppressori dell’Italia e che ricordiamo con commozione e con riconoscenza. La strada della libertà è stata segnata dal sacrificio e dal coraggio degli uomini che combatterono coraggiosamente – e tanti vi persero la vita – anche in questi territori, prendendo parte alla lotta di Liberazione, per far sì che prevalesse la pace nel Continente dilaniato da nazionalismi e conflitti e che non avessero a soccombere le ragioni dei diritti delle persone e dei popoli”.
Nella Costituzione c’è “una affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sono le poche parole dell’art.11 che contiene le ragioni, le premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”.
“Vent’anni dopo quei drammatici eventi, Papa Paolo VI, nell’inaugurare la ricostruita Abbazia, volle tributare alla figura di San Benedetto il riconoscimento di essere Patrono dell’Europa. “Messaggero di pace – lo definì – realizzatore di unione, maestro di civiltà”. La nuova Abbazia ha la stessa vocazione ma ambisce anche a essere prova di un’accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l’Europa debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà. Ne siamo interpellati. Sono mesi – ormai anni – amari quelli che stiamo attraversando. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi. Questo è l’impegno della Repubblica Italiana”.
“Far memoria di tragedia, una battaglia così sanguinosa, come quella di Cassino – che ha inciso nelle carni e nelle coscienze del nostro popolo e di popoli divenuti nostri fratelli – è anche un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, a riaprire una speranza di pace, di ripristino del diritto violato, della dignità riconosciuta a ogni comunità. Cassino esprime un ricordo doloroso di quanto la guerra possa essere devastante e distruttiva ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze dell’odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo. Cassino città martire. Cassino città della pace. Questo il messaggio forte, intenso, che oggi viene da qui. E’ questo il traguardo a cui ambire. E’ questa la natura dell’Europa, la sua vocazione, la sua identità. E’ questa la lezione che dobbiamo tenere viva, custodire, trasmettere”.