Alatri, ‘Le marocchinate del ’44’: oggi il documentario
Una testimonianza reale. Un racconto del veritiero quello del documentario ‘Le marocchinate del ’44’. Un’opera realizzata in maniera certosina e che racconta di una delle tragedie più aberranti dell’Italia avvenuta durante la seconda guerra mondiale. Gli stupri di guerra raccontati attraverso le testimonianze delle vittime raccolte magistralmente dalla regista Damiana Leone. Un viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i paesi che hanno patito lo scempio delle truppe coloniali francesi e che ancora oggi vivono, anche attraverso i ricordi, quell’ombra di dolore. Un documentario itinerante. La visione di immagini drammatiche, nitide, che riportano con la mente ad esperienze che nessuno mai vorrebbe vivere. Importante data per la proiezione del documentario ‘Le Marocchinate del ’44’ è quella in programma ad Alatri, il 29 maggio alle 18 con l’Associazione Gottifredo. Ma perché realizzare un documentario sulle Marocchinate del 1944 e soprattutto com’è stato realizzato?
Il film proietta lo spettatore nel mese di maggio del ’44, esattamente 80 anni fa e nelle fasi finali dello sfondamento della Linea Gustav da parte degli alleati, nel Basso Lazio, ci furono enormi episodi di violenza da parte dell’esercito coloniale francese ai danni della popolazione civile. In un territorio già devastato dai bombardamenti e dagli scontri degli eserciti, avvenne uno dei più grandi Stupri di Massa della storia recente. Ma la tragedia non si limitò allo stupro, perché le Marocchinate, così vennero chiamate all’epoca le donne che erano state violentate, spesso dovettero affrontare anche malattie, gravidanze, pregiudizi, emarginazione e silenzio.
Il film, in forma di documentario, è strutturato come un diario poetico, in cui la regista, e ripercorre quei racconti a partire dalla sua storia familiare della regista che attraverso l’intervista a sua nonna e ad altri testimoni, ne ripercorre le tappe dalla guerra alla ricostruzione, fino ad arrivare ai nostri giorni e agli stupri di guerra contemporanei.
Il film, la cui lavorazione è durata 3 anni per un totale di circa 30 interviste, è interamente ambientato nel Cassinate, ed ha come voce narrante la stessa regista, che, mentre intervista sua nonna, è affiancata dagli storici Tommaso Baris e Fiorenza Taricone. Ma Damiana Leone lavora su questo tema dal 2010 con lo spettacolo Ninetta e le Altre, primo spettacolo in assoluto realizzato per raccontare le Marocchinate.
Tutto ciò è stato possibile grazie al contributo del MIC per il Cinema, alla Regione Lazio per Lazio Film Commission, con la produzione Qualityfilm, produttore associato Michele Lella, produttori esecutivi Mariella Li Sacchi, Amedeo Letizia e con la distribuzione Errare Persona, il documentario è nato grazie alla sceneggiatura di Damiana Leone, la fotografia Gioia Onorati, il montaggio di Giuseppe Treppiedi, le musiche di Massimo Martellotta, il color di Alessandro Spuntarelli, il suono Gianluca Rocchi e il mixing di Roberto Cappannelli per la regia di Damiana Leone