Terracina, poker d’Assi con PARTENOPLEIADI
di Luigi Sparagna
Questa volta l’attore e regista Fabio D’Avino ha calato un poker d’assi. Sabato sera, 13 luglio, nel palcoscenico naturale della piazza Municipio di Terracina, ha messo in scena “PARTENOPLEIADI”, una rappresentazione dedicata a Napoli, alla sua poesia, alle sue musiche e canzoni, in una parola (ammesso che sia sufficiente) alla cultura napoletana. Fabio D’Avino, Gianni Forte che lo ha affiancato, il soprano Raffaella Fraioli e al pianoforte il maestro Fabio Mirabelli, ecco il Poker D’Assi che per due ore circa ha deliziato un pubblico attento, che l’intelligente e consumata capace regia del maestro D’Avino ha trascinato a partecipare in emozionanti ritornelli di canzoni napoletane tra le più note e care a tutti. Tra il pubblico anche alcuni allievi di Fabio D’Avino di Pontecorvo Actors Academy che hanno visto esibirsi il loro Maestro e non vedono l’ora di tornare ad essere diretti da Lui. Assistendo insieme all’Assessore alla cultura di Pontecorvo Katiuscia Mulattieri, ci siamo confermati nella bontà della scelta di aver affidato al Maestro D’Avino la Pontecorvo Actors Academy, e più che mai siamo determinati ad andare avanti con questo progetto, di cui molti degli aspiranti giovani attori pontecorvesi esibitisi il 5 luglio si sentono ormai parte. Gli elogi ed i complimenti a Fabio D’Avino potrebbero sembrare scontati, cosa ovvia, perciò quello che mi piace sottolineare è la carica emotiva del Maestro Fabio, che oltre ai numerosi spettacoli con i suoi allievi, questa volta ha si è preso la scena di cui ha bisogno per alimentare la passione di recitare, cantare, essere anfitrione di quel magico rapporto col pubblico che è la sua benzina, il carburante della sua anima di cui non può fare a meno, e che offre al suo pubblico con un garbo ed una eleganza tutta sua, finalmente, in questo caso, piena anche della sua napoletanità che esprime in modo naturale traendo dalle sue origini tutto ciò di cui ha bisogno. Cultura a tutto tondo, cultura di Napoli, da Masaniello che incarna il fuoco ribelle dell’animo degli oppressi, a Pulcinella, che delle miserie e delle tragedie suggerisce e propone una visione in certo qual modo ottimistica, con il collante delle melodie napoletane, che reggono brillantemente il passare del tempo fino ad essere più contemporanee di quanto si possa immaginare, così da far partire un coro di accompagnamento che si è levato dal pubblico, a testimonianza che Napoletanità non è solo una parola ma un pezzo, e che pezzo, di cultura italiana.