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LA FIERA DEGLI STRILLONI

Di Luigi Sparagna

“Quattro di sera”, programma di approfondimento di Rete 4 dedicato a politica, cronaca e attualità,           nella puntata del 3 settembre parla di Ilaria Salis neoparlamentare europea. Vari opinionisti si rintuzzano, non solo tra essi ma anche con la platea delle piazze dove le inviate raccolgono il parere di chiunque,spesso simpatizzanti di questo o quel movimento pseudopolitico o comunque politicizzato. Il conduttore, Paolo Del Debbio, giornalista di tutto rispetto, miscela sapientemente provocazioni che infiammano a tal punto gli ospiti in studio da trasformarli, in uno con il popolo della piazza, in strilloni di vecchia memoria che per vendere una copia del giornale appena uscito si esibivano in poderose urla da non sembrare esseri umani. Lo strillone non ci metteva niente di suo, si limitava a urlare a squarciagola il titolo della prima pagina per farsi sentire il più lontano possibile, e così fan pure questi mistificatori, che pur non dovendo oltrepassare il rumore dello scalpitìo degli zoccoli dei cavalli delle carrozze all’epoca degli strilloni in transito sulla pubblica via, a favor di telecamera ripetono pappagallescamente slogans di tale evidente idiozia da risultare insulto per quegli spettatori che sono persone normali e padrone del loro cervello. Anche i giornalisti e gli opinionisti particolarmente schierati, ospitati ad arte per buttarla in caciara e far salire lo share, non si sottraggono alla pruriginosa voglia di apparire originali, e sostituiscono al turgore delle giugulari tipico degli ambulanti di bancarelle al mercato,affermazioni e costrutti spacciati per sociopolitica avvenirista e illuminata che in realtà altro non è che raziocinio marcescente. Di Ilaria Salis si è giunti a sostenere il pregevole  attivismo politico-sociale posto in essere mercé l’occupazione abusiva di case popolari, pratica a lei congeniale fin da quando il suo ruolo nella vita di tutti noi era equivalente al nulla. La paladina dei diritti del popolo, cerchiamo di non dimenticarlo, altro non è che una attivista da strapazzo, turbatrice violenta dell’ordine pubblico, salita agli onori della cronaca per aver partecipato a tafferugli in un paese straniero che avendola costretta in carcere e trattata come tutti i suoi pari nelle stesse circostanze, è stata salvata grazie ad una “evasione assistita” offertagli dal nostro Paese. Chi non vuol vedere l’ipocrita stoltezza della difesa a spada tratta di questa donna, è certamente libero di considerarla al pari di un novello Robin Hood, ma la realtà è che il germe della ribellione alla regola e alla legge alberga in lei. Combattere una ingiustizia è sano, ma va fatto secondo le regole civili che esistono, e l’attività parlamentare di cui oggi la Salis è titolare, certamente ortodossa a questo scopo, è stata semplicemente il rimedio per sottrarsi al giudizio che l’attendeva per aver delinquentemente agito, come d’abitudine, e non certo per difendere il diritto alla casa degli Italiani. A volte ci vuole fortuna, e la Salis ne ha avuta, trovandosi in manette proprio quando si è verificata la scadenza elettorale europea piovuta come manna a girare le chiavi di ceppi e catene che Houdini meglio non avrebbe fatto. Sono consapevole che le nostre massime cariche l’hanno abbracciata con trasporto che neppure è riservato agli eroi reduci di guerra, ma proprio non ce la faccio, non mi allineerò con gli strilloni a considerarla vittima, e men che mai rappresentante Italiana al Parlamento Europeo.

Sic transit gloria mundi?   (lat. «così passa la gloria del mondo»)