Diocesi/Sora – Gli auguri e il monito del Vescovo Antonazzo per il Natale 2016
Cordiale, proficuo ed efficace incontro con la Stampa del vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo. La conferenza stampa si è tenuta, in un clima amichevole, nell’ampio salone dell’Episcopio di Sora, con la cornice di un antico ed artistico presepe e di un albero di Natale pieno di luci rosse. Tutt’intorno al grande tavolo posto al centro dell’ingresso, i giornalisti, i cronisti ed i praticanti, compresa la “webtv diocesana”, coordinata da Francesco Marra, hanno seguito con attenzione le parole di mons. Gerardo Antonazzo. Non un semplice resoconto di fine anno, ma un’accorata, a tratti anche emozionata sintesi dei molteplici impegni e fatti concreti vissuti in Diocesi. Il vescovo Gerardo ha ringraziato gli addetti per il loro servizio che va sempre condotto con professionalità, deontologia, correttezza, rispetto per le persone attraverso una ricerca, quasi sempre documentata delle notizie. Un particolare ringraziamento lo ha rivolto all’équipe della Pastorale Digitale della Diocesi. Ha quindi spaziato sugli avvenimenti che hanno caratterizzato questo 2016, con la Chiesa diocesana sempre attenta e sensibile alle varie problematiche.
Ecco il Messaggio del Vescovo:
“E’ stato un anno, fortemente caratterizzato dallo svolgimento del Giubileo straordinario della misericordia. La nostra gente ha abbondantemente dimostrato un grande fiuto spirituale nel cogliere il valore di questo tempo di speciale grazia di Dio, alla scuola della via maestra di tale esperienza, cioè quella della misericordia. E’ stato un cammino ampiamente condiviso, direi allargato in maniera trasversale a tutte le fasce d’età, e alle diverse categorie sociali, celebrato in ogni angolo del territorio diocesano. Insomma un coinvolgimento straordinario, ha continuato il vescovo. E questo ha dimostrato la giusta ragione e la fondatezza dell’intuizione di papa Francesco, quando sin dall’inizio dell’anno giubilare ha dichiarato che di misericordia abbiamo tutti bisogno, anche il mondo non credente. In particolare vorrei sottolineare alcune significative iniziative davvero encomiabili: abbiamo celebrato il Giubileo per diverse categorie: amministratori, insegnanti, giovani, cresimandi, ammalati e della carità, cultura presso l’Università, dei Portatori di statue, degli Educatori alla fede, dei Maturandi, dei Corpi di Polizia, delle Confraternite; l’adesione e la partecipazione degli Istituti di istruzione, di ogni ordine e grado da tutta la Diocesi: molta attenzione al Giubileo da parte degli alunni, dei docenti, non solo degli insegnanti di religione cattolica degli stessi dirigenti scolastici, le tante iniziative dei singoli Istituti sono state precedute dal Giubileo degli insegnanti, partecipato in modo sorprendente da centinaia e centinaia di docenti; la Porta della misericordia nella Casa Circondariale di Cassino. Qui i detenuti hanno accolto il Giubileo con viva partecipazione e hanno espresso un’evidente sensibilità spirituale proprio a partire della loro situazione particolare: alla giustizia umana che condanna per il reato compiuto, hanno scoperto con gioia e commozione, di poter essere sempre perdonati dalla misericordia di Dio. Uno di loro mi ha sussurrato: “Eccellenza, noi siamo dei miserabili; però preghi per noi perché ne abbiamo bisogno”. Ho potuto rilevare il radicamento della Diocesi nelle istituzioni accademiche, culturali e sportive: gli “Accordi Quadro” con la Pontificia Università Antonianum, con l’Uniclam, con il Centro di orientamento pastorale (COP), con l’Argos Volley di Sora, impegnata nella Super Lega. Tante le testimonianze della Carità, attraverso soprattutto la nostra Caritas: le emergenze nazionali e internazionali: in particolare per il terremoto di Amatrice e per le altre zone interessate da ripetuti eventi sismici; l’accoglienza dei migranti; tre Centri di accoglienza: vedo molta confusione e insicurezza, e l’insicurezza provoca paure, che a volte vengono cavalcate, esasperate, evidenziate in modo eccessivo. E ancora l’ascolto delle emergenze sul territorio e risposte concrete ai bisogni individuali e familiari, grazie alle Caritas zonali e parrocchiali; il contrasto all’usura, attraverso la Fondazione interdiocesana “Goel”; il microcredito per l’avvio di attività imprenditoriali “S. Martino”; l’attuazione del “Progetto Policoro”, per la formazione al lavoro e l’avvio di attività d’impresa; la mensa per i poveri. Ora devo ringraziare le Amministrazioni civili per il loro operato amministrativo. Vedo, purtroppo, ha sottolineato il vescovo, che la condizione sociale del nostro territorio continua a peggiorare: prima di tutto per la crisi delle famiglie, che aggrava la crisi economica, dovuta anche alla mancanza di lavoro. Si parla spesso di promozione del territorio, ha ancora sottolineato il vescovo. Mi viene il sospetto che dietro l’espressione si nasconda il rischio di promuovere giochi di potere e quindi di interessi di parte; mi domando: come parlare di promozione del territorio, rendendo di fatto impossibile cantierizzare la realizzazione di un intero complesso parrocchiale per un importo di spesa di 6 milioni di euro, tre dei quali messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana dai fondi dell’otto per mille; come non immaginare quanta opportunità di occupazione locale comporterebbe tale cantiere, e quante attività locali prenderebbero un po’ di respiro? Come nascondersi dietro cavilli burocratici infondati, e comunque risolti da sentenze e ordinanze mai eseguite? Parlare di promozione del territorio, significa rammentare che la Diocesi sta promuovendo il cosiddetto Progetto culturale denominato “Il Cammino di Canneto”: si tratta di un grande parco culturale che, se riconosciuto dalla Regione Lazio, svilupperà tutto il nostro territorio su diversi versanti, soprattutto occupazionali; i circa 40 sindaci della Diocesi appartenenti alla Regione Lazio hanno aderito intenzionalmente; ma dovendo, a tale scopo, produrre una Delibera di consiglio comunale per accompagnare l’Istanza presso la Regione Lazio al fine di far acquisire tale Cammino nella Legge regionale che sta per essere portata alla discussione definitiva, ad oggi solo 6 Consigli comunali hanno prodotto tale Delibera. Alle pubbliche Amministrazioni locali rivolgo il mio pressante invito ad operare sempre e tutti nella trasparenza, nel rispetto delle leggi e della legalità, non nell’interesse dei propri interessi, ma nel servizio del bene altrui, di chiunque, esigendo i doveri di tutti e rispondendo ai diritti di ciascuno, senza distinzioni. Il quadro sociale è solcato, poi, dalla condizione di vita materiale e spirituale delle nostre famiglie. Sulla crisi della famiglia, come Chiesa diocesana, abbiamo iniziato ad investire davvero molto, direi tutto, riconoscendo nella relazione coniugale e nel tessuto stabile della vita familiare la cellula decisiva per il benessere della società e della Chiesa. Il Papa ci consegna 4 verbi: accogliere, accompagnare, discernere e integrare sempre! Un sostegno importante al significato e alla verità del matrimonio viene dato dall’ottimo lavoro del Tribunale ecclesiastico diocesano. Ricordo, ed è bene che se ne parli in modo corretto, il Papa ha voluto la riforma del Processo matrimoniale canonico per la dichiarazione di nullità: molti matrimoni prima di essere considerati “falliti” possono essere riconosciuti nulli. Al Vescovo è affidata la responsabilità di emettere la sentenza di eventuale dichiarazione di nullità: in effetti, ho già emesso in via definitiva la prima sentenza di nullità, ne seguiranno a breve altre, sempre al termine del relativo iter processuale completo, serio, e scrupoloso. La famiglia è un bene per la società e la chiesa, ma anche la chiesa e la società devono essere un bene per la famiglia, piuttosto che un ostacolo o un freno. Sia lo Stato sia la Chiesa devono fare meglio e di più a favore delle giovani coppie e della famiglia. Il Governo si dice pronto a salvare non una, ma più Banche: si salvano le Banche che hanno rovinato moltissime famiglie. Chi salverà la situazione di queste famiglie, spesso ridotte a condizioni estreme di povertà? Alle Amministrazioni comunali chiedo che siano le povertà a decidere della compilazione del Bilancio comunale: non le pietre, ma le persone e i loro bisogni al primo posto. Chiedo maggiore attenzione ai problemi sociali, alle tante forme di povertà, all’ascolto delle persone: questo deve tradursi in una risposta più concreta in termini di risorse finanziare da destinare alle emergenze, superando la logica del calcolo e del tornaconto elettorale: sui poveri non si lucra, nemmeno in termini di consenso politico. Se così fosse, la povertà sarebbe destinata a diventare condanna alla miseria. A tutti rivolgo il mio cordiale augurio di un Natale santo e sereno: santo, perché vissuto nella certezza della presenza divina e umana di Gesù nella nostra vita e nella storia del mondo; sereno, perché sorgente di pace e di riappacificazione tra tutti. Penso soprattutto alle molte famiglie in difficoltà, ai rifugiati, ai senza dimora, ai ricoverati nella case di cura e negli ospedali, agli anziani affidati alle strutture protette, alle persone ammalate e sole, ai miei carcerati. Nel giorno di Natale, ha concluso mons. Gerardo Antonazzo, condividerò il pranzo con diversi poveri della Città di Cassino, accolti nella chiesa di s. Antonio: il segno di un giorno, vuole indicare la priorità evangelica di ogni giorno”.