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Pontecorvo – Emergenza abitativa: ok al progetto per 31 alloggi

Emergenza abitativa: il comune approva il progetto definitivo di housing sociale da 4 milioni e 228 mila euro di fondi regionali per realizzare 31 appartamenti nella zona del centro commerciale a ridosso di via Melfi Urbana.

“Si tratta di un massiccio intervento per far fronte alla grave emergenza abitativa che Pontecorvo vive ormai da un ventennio. Ci sono famiglie mono reddito e prive di reddito che vanno aiutate e la sola Ater non può far fronte a tutto, per cui la giunta comunale già da diversi mesi si è attivata presso la regione Lazio per un progetto di housing sociale, vale a dire un intervento diretto per porre fine alla crisi abitativa, ebbene la giunta comunale ha approvato nella seduta di martedì il progetto definitivo che prevede la realizzazione di due palazzine una da 25 appartamenti e un’altra da sei appartamenti, l’importo totale, finanziato dalla Regione, è di 4 milioni e 228 mila, per cui a breve sarà firmata una convenzione con la Regione e poi si partirà con le procedure di appalto che sarà espletato dalla Cuc, la centrale unica.
Gli alloggi saranno assegnati dal Comune in base a una graduatoria che sarà stilata dall’ente sulla scorta di uno specifico avviso pubblico. Alle chiacchiere e alla denunce l’amministrazione comunale, unita, risponde con i fatti. Avanti nell’interesse dei cittadini”. Ha concluso il sindaco Anselmo Rotondo.

 

“Un progetto importante con cui rispondiamo fattivamente ai cittadini bisognosi – ha aggiunto l’assessore con delega all’Ater Armando Satini – Ho lavorato molto per portare a compimento tale iniziativa che vedrà la costruzione di alloggi innovativi sotto tutti i punti di vista compreso quello ambientale. In questi due anni di amministrazione ho ascoltato molte persone che faticano ad arrivare alla fine del mese e che vivono in condizioni di estrema difficoltà. La richiesta è stata sempre una: avere una casa. Le abitazioni a disposizione in questo periodo erano pochissime. Con questo progetto daremo vita a due palazzine, una con venticinque appartamenti e l’altra con sei abitazioni. È la risposta più importante e forte che potevamo dare per sostenere le fasce deboli”.