Roccasecca – Processiamo prima noi stessi
di Giuseppe Sacco *
I resti della merenda a San Tommaso, buste della spazzatura e rami tagliati al cimitero, immondizia abbandonata nei fossi e addirittura i fili dell’impianto di drenaggio del sotto passo tranciati.
Sono solo alcuni esempi di “emergenze” giornaliere che ci troviamo ad affrontare e che grazie ai nostri operai vengono risolte appena qualcuno ci avvisa (lavoro oscuro ma prezioso).
Vanno ogni giorno pubblicizzate? È un problema locale o generale? Come se ne esce?
Si chiama semplicemente “inciviltà” ed è un problema dei giorni nostri.
Ognuno si sarà fatto la propria idea e potrebbe suggerire mille soluzioni.
L’educazione civica nelle scuole, le telecamere, la fucilazione etc. etc.
Ma a chiedere una reale inversione di tendenza in tema di inciviltà non è il giudizio del singolo, ma la quotidiana constatazione che la cultura dominante, almeno dalle nostre parti, fa troppo spesso rima con arroganza e con quel senso di insoddisfazione della propria vita che si vuole per forza trasferire sugli altri.
Solo per chi è insoddisfatto sporcare ha un senso, rompere ha un senso, non rispettare una fila ha un senso e dire che la propria città è orribile, perché non c’è niente, trova un senso.
Così si perde il rapporto con il territorio e magari non ci si rende conto che se una strada è sporca le altre 99 sono in regola; o se una decina di luci sono fulminate le altre 2990 funzionano.
E allora cosa bisogna fare?
Intanto torniamo ad apprezzare veramente la città dove viviamo.
Facciamo capire a tutti l’importanza di preservare l’ambiente che ci circonda e condanniamo chi, con i suoi comportamenti, offende la collettività.
Iniziamo a parcheggiare correttamente (senza incoraggiare chi si incazza con i verbalizzanti perché ha preso una multa sacrosanta) ed a rispettare anziani e donne in dolce attesa.
Non corriamo nelle strade.
Segnaliamo ogni problema per dare modo a chi di dovere di risolverlo, anziché urlare ai 4 venti lo scandalo di aver visto per primi una buca.
Ma soprattutto, ricominciamo puntando il dito contro noi stessi: abituiamoci a protestare contro noi stessi, contro di noi nei panni del cittadino; su facebook siamo tutti persone splendide, educate e oneste. Poi però andiamo in giro e ci scordiamo di quello che abbiamo scritto 5 minuti prima.
*Sindaco di Roccasecca