San Vittore del Lazio – Caduti Prima Guerra Mondiale, rinoscimenti agli eredi
Bilancio ad altissimo tasso emotivo, quello della visita che la delegazione di San Vittore del Lazio ha compiuto in quel di Pordenone e presso il Sacrario militare di Redipuglia per la consegna degli attestati agli eredi dei cittadini morti combattendo durante la Prima Guerra Mondiale. Un bilancio reso ancor più prezioso dal dono fatto alla delegazione da parte di un amministratore locale: un bossolo raccolto sul Colle di Sant’Elia che ospita il sacrario e, da portatrice di morte, diventerà simbolo in teca del viaggio della rappresentanza sanvittorese per onorare eroismo e pace. Una tappa emozionale e di altissimo valore istituzionale che ha visto la delegazione guidata dalla sindaca Nadia Bucci raggiungere i luoghi della memoria assieme all’assessore Amilcare D’Orsi, ad una rappresentanza dell’istituto comprensivo di Cervaro incarnata dal dirigente, professor Pietro Pascale e dalla professoressa Camilla Simeone ed ai concittadini che hanno potuto vedere riconosciuto il sacrificio dei loro avi. L’iniziativa, organizzata e resa possibile anche grazie all’interessamento diretto dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Frosinone guidata dal presidente Pompeo Terrezza e dal segretario Giovanni Inglese, ha visto un pullman messo a disposizione dall’amministrazione comunale raggiungere nella giornata di venerdì scorso la città di Pordenone, in un clima perfettamente bilanciato fra allegria ed orgoglio. Lì è avvenuta la deposizione della corona di alloro presso il Monumento ai Caduti della Grande Guerra. La delegazione è stata accolta, tra gli altri dal Vice Prefetto, dal sindaco di Pordenone, dal consigliere regionale Alessandro Basso e dall’assessore Cristina Amirante. Il gruppo è stato ricevuto nella sala Consiliare, dove sono stati consegnati gli attestati in ricordo dei caduti sanvittoresi. Un rintocco di campanula militare ha scandito l’enunciazione, in presenza anche della prestigiosissima rappresentanza zonale dell’ Associazione Nazionale Bersaglieri rappresentata dal generale Giuseppe Iacca e dal colonnello Alfredo Imbimbo, dei nomi dei caduti nella sala consiliare di Pordenone, nel clima commosso e compito delle occasioni in cui la Grande Storia si riaffaccia sulle umane vicende. Dopo la consegna, la delegazione si è spostata nella chiesa di San Giorgio per la Messa in suffragio dei Caduti sanvittoresi nella Prima Guerra Mondiale. Il giorno dopo ci si è spostati nel più austero degli scenari, il maestoso sacrario militare di Redipuglia, per la parte più toccante dell’evento: con le redini saldamente in mano al cerimoniale militare, con il picchetto dei fanti piumati, i gonfaloni ufficiali, gli stendardi e i gagliardetti delle associazioni combattentistiche, si è proceduto alla chiama degli eredi sanvittoresi dei Caduti nella Grande Guerra ed alla consegna degli attestati con la sindaca di Fogliano Redipuglia, Cristina Pisano, a fare da anfitrione. Lo step due della cerimonia si è tenuto in presenza, oltre che della prima cittadina sanvittorese Bucci e dell’assessore D’Orsi, della sindaca di Fogliano Redipuglia Cristina Pisano, del consigliere comunale di Monfalcone Maurizio Bos, del direttore del Sacrario, colonnello Zorzitto, del tenente colonnello Gerado Secco, del consigliere nazionale onorario dell’ANB, generale di divisione Vezio Vicini, del presidente provinciale di Udine generale Adriano Bidin, del colonnello Alfredo Imbimbo, del bersagliere Mario Poiana, del caporal maggiore Lucio Rossi e del comandate della Polizia Municipale Vittore Saroli. L’ANB di Pordenone ha provveduto a consegnare agli eredi dei Caduti sanvittoresi, oltre che gli attestati, anche delle splendide medaglie create per la circostanza. Toccantissimo il momento in cui il consigliere Bos ha voluto consegnare alla sindaca Bucci un bossolo raccolto sul colle Sant’Elia che ospita il sacrario e che è diventato “il totem vero delle nostre emozioni – come ha detto la sindaca Bucci – un oggetto che conserva nella sua esistenza la possibilità, per uno dei paradossi di cui la storia è piena, che abbia dato morte e dolore proprio ad uno dei nostri caduti. Lo conserveremo gelosamente dopo averlo messo in una teca. Nella teca dei nostri ricordi porteremo invece tutti i momenti vissuti in questa toccante due giorni, nella quale abbiamo voluto rinnovare il patto che ogni comunità suggella con i suoi martiri e con i suoi giovani. I primi perché nessuno li dimentichi, i secondi perché mai dimentichino quanto alto sia il prezzo della libertà”.