ALLELUIA
di Luigi Sparagna
“Alleluia, in questa notte buia, sono un uomo che lotta coi suoi guai” , quale migliore formula, se non quella del noto Zucchero Fornaciari in uno dei suoi noti brani, deve avere evidentemente ispirato PAPA BERGOGLIO nel momento in cui ha deciso di abolire il segreto pontificio per i casi di pedo pornografia e abusi sessuali accertati nella Chiesa. Inizia un nuovo corso per i preti viziosi che approfittano non solo delle persone vulnerabili quali potrebbero essere quelle “down” ma anche i minori, addirittura fino ai 18 anni. L’innalzamento della minore età da 14 a 18 anni è assolutamente rivoluzionario. Nel diritto italiano la capacità di intendere e volere, che nei reati sessuali (e non solo) assume importanza decisiva, è esclusa fino ai 14 anni, da valutare caso per caso dai 14 fino ai 18 anni. Nel diritto italiano, quindi, potrebbe sussistere la capacità di intendere e volere in una persona di 16 anni, mentre per il Vaticano, per Papa Bergoglio, fino a 18 anni la persona è sempre considerata, da ora in poi, minorenne. Bella botta ai preti lascivi! Per tornare a Zucchero Fornaciari bisogna proprio ammettere che Papa Francesco è un Uomo che in una notte buia, che dura da troppo tempo, lotta coi suoi guai. La Chiesa in effetti di notti buie ne ha vissute e continua a viverne tante, su ogni fronte, dalla finanza con la sua banca al centro di scandali addirittura culminati in vicende costate la vita a famosi banchieri, al possibile coinvolgimento in episodi di strategia delle relazioni internazionali deviate o devianti, quali la scomparsa di Emanuela Orlandi, con gli inspiegabili retroscena di un capo criminale del calibro di Renatino De Pedis sepolto in Sant’Apollinare. Per qualunque Stato, e quello Vaticano non fa eccezione, il segreto su alcune vicende che ne possono pregiudicare la stabilità è inevitabile. In Italia urliamo spesso per l’abolizione del segreto di Stato quando dolorosi episodi come le stragi, ultima in ordine di tempo ricordata, quella di Milano in Piazza Fontana, indignano al punto che non si può accettare il velo della segretezza spacciato per sicurezza nazionale. E’ ovvio pertanto che il Vaticano, nel difendere la Chiesa, sia costretto come ogni Stato a non divulgare situazioni che ne potrebbero incrinare la credibilità, ma la decisione di Bergoglio ha un significato del tutto particolare. Essa mette all’indice quei suoi appartenenti che fino ad ora hanno beneficiato del primario interesse dell’istituzione di appartenenza a non dequalificarsi. Scopo primario, l’autodifesa, comprensibile, ma non sostenibile al cospetto delle devianze dei singoli che si fanno scudo della forza di quanto rappresentano per giovarsi dell’impunità in cui sperano anche a fronte delle peggiori evidenze a loro carico. E’ stato tracciato un solco importante, poiché differentemente dalle vicende di maggiore risonanza e quindi visibilità, i preti che fanno della loro devianza sessuale la religione succedanea di quella che dovrebbero professare, agiscono in un contesto di invisibilità nei meandri delle parrocchie, sagrestie e canoniche dove si accede fin dalle età più giovani per prepararsi al cammino verso i sacramenti. L’abolizione del segreto permetterà ai legali, agli investigatori di ogni genere e nazione, di avere accesso alle informazioni e documenti della Chiesa in questa materia, potendosi così esprimere una difesa delle vittime molto più appropriata, col beneficio di ritorno che molti suggerimenti investigativi ne potrebbero scaturire alla Chiesa nel perseguire con assoluto rigore le sue mele marce, in particolare quando queste si identificano coi più alti ranghi clericali, che saranno chiamati in causa, accusati, non più dall’interno ma dall’esterno delle mura vaticane. La ricerca della moderazione nei costumi di vita che ha fatto scegliere a Papa Francesco una sistemazione meno appariscente degli appartamenti papali, l’uso di una vettura utilitaria per i suoi spostamenti piuttosto che le preziose berline di gran lusso o di massima sicurezza a cui eravamo abituati dopo Santo Padre Wojtyla fatto segno ai colpi di pistola di un attentatore, si rafforza di questo ulteriore atto che segna un altro passo nel processo di rinnovamento voluto da Papa Francesco. E’ un uomo che lotta coi guai ……suoi in quanto Capo di una istituzione come la Santa Romana Chiesa, ma di cui molti altri suoi confratelli farebbero bene a farsi carico per non lasciare questo uomo, prete semplice come ama definirsi, solo nella notte buia che va bene solo nelle canzoni per fare rima. Giubiliamo al coraggio e alle iniziative di questo Papa con l’espressione di giubilo tipica delle religiose usanze, levando un deciso, sentito e corale ALLELUIA.