culturasecondo piano

La Lettura- Franz Kafka: Lettere a Milena

Tra l’aprile e il dicembre del 1920, la casa viennese di Milena Jesenskà fu invasa da qualcosa come centotrenta lettere, cartoline, telegrammi. Il mittente? Franz Kafka. Lo scrittore boemo di lingua tedesca la conobbe in un caffè di Praga l’anno precedente, quando la ragazza aveva iniziato a tradurre in ceco i suoi racconti, ma quell’opera di traduzione rivelò a Kafka una verità più profonda: esisteva, nel mondo, una persona che vedeva le cose nella sua stessa maniera. Aveva trovato, forse, una donna in grado di capirlo e di amarlo, proprio lui, lo “scarafaggio” disconosciuto e umiliato dalla società del suo tempo. Milena divenne allora “l’angelo degli ebrei”, “il coltello con il quale frugo dentro me stesso”, una lama capace di affondare nelle pieghe più recondite dell’anima e di rivelare sentimenti di una forza inaudita. Le Lettere a Milena sono la confessione e la cronistoria di un amore tormentato e destinato al fallimento perché, come scrive Kafka il 13 giugno 1920, “se vieni da me, salti nell’abisso”.