Focus Economia – L’export in piena pandemia: Marmi Italiani approda a Monte Carlo. L’eccellenza della famiglia Di Folco
Sono italiani e provengono da Cassino i marmi con i quali è stato ristrutturato il Casinò di Monte Carlo. In piena emergenza legata alla pandemia da Covid-19 ci sono aziende che continuano a spiccare nell’export. E anche in piena pandemia la differenza continua ad essere la professionalità e l’affidabilità. Aziende con una forte matrice a conduzione familiare che non mollano, i cui quadri e i dipendenti ogni giorno gettano il cuore oltre l’ostacolo.
Una di queste la Marmi Italiani, di Gianni Di Folco.
Sono stati loro, recentemente, ad aggiudicarsi la commessa per la realizzazione di parte degli interni del più noto Casinò d’Europa. Loro hanno curato la progettazione e la fornitura dei marmi nei quali, una volta terminata la pandemia, molti Vip torneranno a “specchiarsi”.
“Lavoro, competenza e passione”, queste le tre parole magiche, o se si vuole d’ordine,” scolpite” nella mission della Marmi Italiani.
L’esperienza a Montecarlo è consolidata.
La Marmi Italiani della famiglia Di Folco ha fornito i marmi per il più grande progetto urbanistico galleggiante che si sta realizzando sempre del Principato di Monaco.
Una realtà che dalla zona industriale di Cassino già in passato si è distinta per forniture d’eccellenza.
Sempre Marmi Italiani ha realizzato, tra il 2017 e il 2018, la cattedrale di Pristina e poi i lavori alla villa appartenuta ai Rolling Stones. Villa Nellcôte che si trova in Francia sulla Costa Azzurra, dove Keith Richards visse durante l’estate del 1971 e dove insieme agli Stones scrisse e registrò l’album “Exile On Main St”.
“Continuiamo ad investire sul territorio, ma il nostro sguardo, come quello di molte altre realtà, è rivolto fuori i confini nazionali. Il nostro è un settore di ampio respiro, dove oltre all’assodata professionalità, deve esserci l’affidabilità e un nucleo di dipendenti con competenze specifiche. Per questo il mio primo grazie va a loro: a tutti i dipendenti”, sono state le parole di Gianni Di Folco.