Diocesi Sora/Cassino/Aquino/Pontecorvo- Una nuova Pastorale familiare basata sull’Amoris laetitia
Nell’Anno speciale “Famiglia Amoris laetitia” voluto da Papa Francesco, l’Ufficio diocesano di Pastorale della famiglia ha offerto, sabato 17 aprile, un momento di riflessione e conoscenza alle famiglie e a tutti coloro che si sono collegati al seminario online sul tema “Famiglia Amoris laetitia – Virus e vaccini in tempo di Covid”. Non per parlare del covid-19, ma di quei virus subdoli che nella cultura dominante attaccano oggi la famiglia e di quel vaccino efficace che è la visione cristiana del matrimonio e della famiglia. A presentare l’incontro, la coppia Annapaola e Marco De Angelis, dell’équipe diocesana, che hanno introdotto il tema e i relatori. All’inizio il Vescovo Gerardo Antonazzo, impegnato nella Visita Pastorale, ha porto un breve ma sostanzioso saluto, augurando buon lavoro, ribadendo la necessità di non cadere nelle trappole delle strategie di una cultura contro la famiglia, e l’importanza dell’amore e della famiglia e incoraggiando a credere nella famiglia, studiare per illuminare il tessuto sociale.
Ospiti gli amici Laura Viscardi (Teologa e Consulente familiare) e Claudio Gentili (Direttore della Rivista «La Società»), entrambi del Centro di formazione Betania, che tre anni fa ha curato la formazione delle prime coppie della Diocesi impegnate nella Pastorale familiare.
Claudio Gentili ha iniziato col porre la domanda: che significa raggiungere la felicità in famiglia? Come i discepoli, che “gioirono” vedendo Gesù risorto, perché “dalle sue piaghe siete stati guariti” (Isaia). E’ così che nel Centro Betania si fa, cercando di guarire le piaghe, con una pastorale di accompagnamento basata su verità e misericordia, per “aprire le ferite, guardarci dentro e farle diventare feritoie”. Bisogna aiutare tutti a ricevere il messaggio del Vangelo: il cristianesimo non è una dottrina che si pratica, ma una vita che si comunica. Tre aspetti ancora molto diffusi, ha avvertito, sono da correggere: il devozionismo (la fede deve essere sempre accompagnata dalla ragione e dall’ascolto delle scienze umane); il moralismo (che porta ad un legalismo assoluto) e l’idealismo astratto, che propaganda la famiglia ideale, mentre si debbono fare i conti con la famiglia reale.
Papa Francesco, raccogliendo le intuizioni della Gaudium et spes, della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e dell’ Evangelii gaudium, che indica come fonte della fede la misericordia e non la dottrina che detta una disciplina, ci ha dato l’ Amoris laetitia, in cui invita a tornare al principio, alla Genesi dove c’è tutto l’alfabeto dell’amore umano, alla Dottrina Sociale della Chiesa e stimola a mettersi in gioco.
In questo periodo di pandemia e di postmodernità, ha esordito Laura Viscardi nel suo intervento, tutto ciò che sembrava stabile e sicuro è stato messo in discussione, sono crollate le ideologie, sono cambiate le forme della famiglia e della società. Bisogna guardare non alle forme ma alla sostanza e imparare a leggere i segni dei tempi. Dalla famiglia-istituzione si deve passare alla famiglia-relazione, come sostiene l’Amoris laetitia, che vede al centro delle coppie la buona relazione, la comunione. Partendo da una visione realistica della società, invita a cambiare la Pastorale familiare, partendo dalla realtà delle ferite secondo un’ottica nuova, che sappia usare le scienze umane e non abbia paura della storia. Occorre non una Pastorale dei fallimenti, ma di accompagnamento delle coppie, “uno sforzo per consolidare i matrimoni e prevenire le rotture”. La Chiesa non deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio,
Sono stati presentati anche i quattro libri, utili a capire meglio l’Amoris laetitia, che la coppia Gentili-Viscardi ha scritto e pubblicato: “Complici nel bene”; “I nostri figli ci guardano”; “Riamarsi dopo una crisi” e “Moglie regista e marito protagonista”. In essi, in armonia con l’Amoris laetitia, gli autori aiutano le coppie a guardarsi dentro, a fare un lavoro laboratoriale su di sé, per un vero rinnovamento, a prendersi cura di sé, dell’altro, della coppia, del rapporto con Dio, a “zappettare il campo della propria umanità”.
Non sono mancate le domande del pubblico, che hanno stimolato un dibattito davvero interessante, in un clima via via più familiare e concorde.