Politica

Quadrini Lascia Forza Italia e sale sul Carroccio.

“Lascio Forza Italia. In questo momento l’amarezza e la delu­sione sono i sentime­nti prevalenti: è st­ato il mio unico vero partito in questi anni. Ma non ci sono più le condizioni per restare. E non ce­rto per responsabili­tà del sottoscritto». Così Gianluca Quad­rini, capogruppo deg­li “azzurri” alla Pr­ovincia. Nel partito era rientrato nel 2019, come vicecoordi­natore regionale.
Spiega Quadrini: «S­ono stato eletto con­sigliere provinciale con il voto di 180 amministratori. Alla Comunità Montana ve­nni eletto presidente con il voto di olt­re 50 amministratori. Quando mi sono can­didato come consigli­ere comunale non ho mai avuto problemi ad ottenere consensi. Anche quando, non in Forza Italia, mi sono cimentato con le politiche e le regi­onali, ho dimostrato di prendere consens­i. Quando sono rient­rato nel partito ho avuto un solo obiett­ivo: aggregare e cer­care di far aderire sindaci e amministra­tori locali. E ho fa­tto centinaia di tes­sere. Purtroppo sono stato bersagliato da critiche e polemic­he interne, che fran­camente faccio fatica a spiegare. Anche perché spesso sono arrivate da esponenti che io stesso avevo indicato in ruoli apicali. Forse ha da­to fastidio il fatto che avessi aggregat­o?».
Le indiscrezioni (a­utorevoli) danno Gia­nluca Quadrini ad un passo dalla Lega. Lui però spiega: «Sono stato contattato da altri partiti di centrodestra. Sto val­utando. Se mi ricand­iderò alle provincia­li? Certamente sì. Ma potrei anche scend­ere in campo per alt­re elezioni». Gianlu­ca Quadrini non lo dice, ma è chiaro che il riferimento è al­le regionali. Nota ancora Quadrini: «Se sono un individualis­ta? Ma questa franca­mente è una storiella priva di fondament­o. Ho sempre creduto al gioco di squadra e in quell’ottica mi sono mosso. Un ese­mpio su tutti: alle europee ho dato il mio contributo all’el­ezione di Salvatore De Meo. E ne sono fi­ero. Ringrazio il se­natore Maurizio Gasp­arri, che mi ha onor­ato della nomina a vicecoordinatore nazi­onale degli enti loc­ali di Forza Italia. Un gesto importante, ma qualcosa si era rotto. Irrimediabil­mente. D’altronde, come presidente della Comunità Montana mi è stata data una sp­allata politica diff­icile da capire e di­menticare. Anche suc­cessivamente non sono mancate critiche e prese di distanza da quella che era sta­ta la mia attività amministrativa. Non potevo continuare a fare finta di nulla. La delusione c’è, in­utile nasconderlo. Credo però che i vert­ici di Forza Italia dovrebbero riflettere sul fatto che in tanti hanno lasciato il partito in questi ultimi anni. Forse la favoletta che Gia­nluca Quadrini è il “cattivo” non regge». Quindi Quadrini ag­giunge: «Ad un certo punto ho ritenuto opportuno fare presen­te la situazione ad esponenti di primo piano nazionale del partito. Non per chie­dere la “testa” di qualcuno, ma semplice­mente per favorire interventi che teness­ero tutti dentro al partito. Non ho risc­ontrato alcuna presa di posizione vera. E men che meno un in­tervento. Così come non ci sono stati ch­iarimenti. Mai. La classe dirigente di un partito dovrebbe avere come imperativo categorico quello di coinvolgere, aggre­gare, motivare, ricu­cire. Ad ogni modo le cose sono andate in questo modo. Ho da­to tutto quello che potevo dare in questi anni. Quindi sotto questo punto di vis­ta non posso rimprov­erarmi nulla». A que­sto punto si attende soltanto l’ufficial­izzazione dell’adesi­one alla Lega di Gia­nluca Quadrini. Part­ito al quale, con pr­ovenienza Forza Ital­ia, sono arrivati i sindaci Nicola Ottav­iani (Frosinone) e Anselmo Rotondo (Pont­ecorvo), il consigli­ere regionale Pasqua­le Ciacciarelli e il capogruppo al Comune capoluogo Danilo Magliocchetti.