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Giustizia è fatta!

di Luigi Sparagna

Salvini, assolto al processo Open Arms perché il fatto non sussiste. Con la storia dei migranti il ministro Salvini ci si confronta da tempo. Carola Rackete e i suoi mandanti ne sanno qualcosa, e senza mai un’incertezza il Ministro Salvini va avanti per la sua strada. Insomma una specie di Superman della difesa territoriale Italiana, una specie di SuperSalvini che altro non fa che affrontare un problema che tutti gli Italiani chiedono con determinazione che sia regolato, piuttosto che subito, addirittura come nel caso della presidenza francese che ci accusa di scarsa umanità e di notte spinge alla nostra frontiera gli indesiderati migranti, tanto non ha posto per loro avendoli già occupati, i posti, con i tanti terroristi brigatisti avvantaggiati da un provvedimento di accoglienza che grida vendetta. Se un errore posso indirizzare a Salvini è di avere sostenuto nel corso dell’intervista post-assoluzione che è stato affermato il diritto alla difesa territoriale Italiana. La considero una imprecisione, nel senso che il diritto è certamente degli Italiani, e certamente a ciò si riportava Salvini, per lui invece che è il Ministro, la difesa del territorio è un dovere, preciso e ineludibile. La sua assoluzione avrebbe dovuto essere proprio per questo, cioè per adempimento di un dovere. Tipologia di assoluzione, tuttavia, non applicabile perché presupposto di simile sentenza è che il fatto reato esista, invece nel caso Open Arms l’intellighenzia della pubblica accusa ha dato vita a un processo per un fatto inesistente. Non esiste il reato. Abbiamo processato, anzi hanno processato un Ministro della Repubblica per un episodio che nemmeno è considerato reato secondo gli elementi essenziali costitutivi di esso nel codice penale. Ma il Pubblico Ministero che addirittura chiede sei anni di reclusione è in grado di leggere la norma e interpretarla non già politicamente, come è evidente che ha fatto, ma tecnicamente, come avrebbe dovuto fare? La formula “il fatto non sussiste” rappresenta l’assoluzione più ampia, negando il presupposto storico dell’accusa. Insomma, messo da parte lo strumentale risalto mediatico mercé qualche hollywoodiano, nessun trattamento inumano è stato inflitto. Salvini non è il mostro che si vuol dipingere. Ecco allora tutti coloro che urlavano nelle piazze che le sentenze si rispettano avendo scommesso che Salvini sarebbe andato ai lavori forzati, adesso sono in difficoltà e blaterano che a prescindere dalla sentenza il comportamento politico di Salvini è censurabile. Ma la politica non c’entra con le aule giudiziarie. Il processo infatti, ripeto, è stato fondato sull’inesistente. Ma già, il braccio di ferro tra casta giudiziaria e politica è abbastanza evidente. Le recenti dimissioni della pasionaria PM Iolanda Apostolico , alla testa di dimostranti contro le Forze di Polizia che invece che super partes emette sentenze di comodo alla sua fede politica ne sono un esempio. Divago, com’è che il Generale Vannacci oltre che essere indipendente politicamente deve anche apparire come tale, e un giudice si può permettere l’esatto contrario, cioè apparire con ogni evidenza politicamente orientato e militare dallo scranno che gli è stato assegnato ? Anche Vannacci, come Salvini, incassa assoluzioni per tutte le colpe che gli sono state attribuite. Ma tornando al nostro, al SuperSalvini, non mi voglio illudere che la sentenza non sarà appellata. Sarebbe un atteggiamento intelligente nel quale non è dato poter confidare. Vorrei essere smentito. Altro che riforma della Magistratura con la semplice separazione delle carriere. Come un politico se sbaglia nessuno lo vota, come un qualunque professionista se sbaglia nessuno gli commissiona un incarico, anche un magistrato se sbaglia in maniera clamorosa sarebbe ora di destinarlo a compiti magari di mera segreteria. Di fatto, e per concludere, ad oggi la parola è una ed una sola, “giustizia è fatta” !