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CHI VINCE E CHI PERDE NEL RISIKO DI CASA ITALIA

Di Luigi Sparagna
Il noto gioco da tavolo mi sembra immagine azzeccata per descrivere quello che appare del tutto evidente sia lo scontro in atto fin dal momento dell’insediamento dell’attuale Governo. Solo che non si tratta di lanciare dadi e alla fine del gioco ripiegare il cartellone in attesa di una prossima partita. Lo scontro cui assistiamo ha bisogno invece che della Dea bendata che muove i dadi, di pianificazione strategica e armi efficaci. E’ sotto gli occhi di tutti; da quando la “Campanella” è passata nelle mani della Destra politica Italiana, l’opposizione ha giurato guerra aperta senza se e senza ma, non solo alla compagine vincitrice delle elezioni, ma al Premier che ha reso possibile il risultato elettorale ma che non cade nelle provocazioni che le vengono indirizzate. Occorre quindi metodo, strategia sofisticata che si avvalga di qualcosa di invincibile. Dato il problema, trovata la soluzione; la Magistratura può essere l’arma vincente. Intendiamoci, per Magistratura come arma vincente intendo quella pubblicamente, notoriamente schierata politicamente, che per fortuna è una minima parte di quella categoria di Magistrati che fanno onore alla toga, che lavorano in silenzio ogni giorno, con dedizione e professionalità, quelli insomma che sono indipendenti (edappaiono anche tali), così come sancito per legge. L’ultima bordata del Potere autonomo verso il Governo è la raffica di avvisi (di garanzia?) al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Giustizia e degli Interni e al sottosegretario con delega ai Servizi Segreti per il caso della liberazione del Capo della Polizia Giudiziaria Libica, Gen. Almasri, che segue di pochi giorni il gesto dei magistrati che all’ inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 nelle Corti D’Appello, hanno abbandonato l’aula in segno di protesta per la riforma in corso, che vede la separazione delle carriere e dei ruoli dei magistrati della Procura rispetto ai giudicanti. L’indipendenza della Magistratura, sacrosanta, è garantita dal CSM quale massimo Organo di autogoverno e disciplinare (quest’ultimo quando occorre). Le correnti dichiaratamente politicizzate che raccolgono iscrizioni di molti magistrati ed esercitano un potere altrimenti attribuito al CSM non dovrebbero, a mio sommesso avviso, essere ammesse. Palamara è la testimonianza dello strapotere delle associazioni di Magistrati che lo stesso Palamara, caduto in disgrazia, si fa ora carico di condannare. Mi chiedo quindi se un atteggiamento sindacalista al punto da proclamare uno sciopero modello metalmeccanici, un esercizio dell’azione penale spesso ad orologeria e peraltro inconcludente viste le assoluzioni cui il giudizio conseguente approda, ripeto, mi chiedo se tutto ciò non sia in contrasto con i principi che si invocano intoccabili, immutabili, al di sopra di qualunque assoggettamento e condizionamento. Certo, per la credibilità dell’impianto giudiziario nei confronti del Governo, sarebbe stato meglio se non fosse venuto alla luce il contenzioso in atto tra il Giudice Lo voi e Mantovano sul rifiuto a concedere i voli di stato al Magistrato. Così è che l’opinione pubblica ne risulta disorientata. Non entro nei tecnicismi dei casi come il recentissimo appena accennato, oppure in quello del trasferimento di immigrati in Albania ed altri ancora, perché questo è compito che spetta ad altri, ma non posso non osservare che il nostro Paese, mentre ottiene considerazione internazionale sicuramente importante, e l’invito della Meloni all’insediamento del Presidente USA, piaccia o no, ne è testimonianza, non ci fa una bella figura quando il suo importante Organo, la Giustizia, contraddice sé stesso professando indipendenza che di fatto non ha, e a quanto sembra neppure vuole. Le toghe mi pare di ricordare, levarono le loro grida a fronte della proposta di un esame psicoattitudinale al momento del concorso in magistratura, ritenendo anche questo una minaccia all’indipendenza dell’Organo. Credo invece che sia un esame essenziale, al pari di quanto previsto per le Forze di Polizia e della Difesa, in considerazione della delicatezza delle rispettive funzioni. Altro che separazione dei ruoli, forse un richiamo all’equilibrio e allo stile scevro da sindacalismi da catena di montaggio è ora di vedere affermato, se si vogliono onorare le fotografie di Falcone e Borsellino appese negli uffici, ….che sarebbe ora di vedere aperti e tutti i giorni. Chi vince e chi perde al Risiko di Casa Italia? Certamente gli Italiani, che poi sono quelli che non giocano ma stanno solo a guardare.